Il cibo degli altri
Su SPECCHIO+ di questo mese uno speciale su “Il cibo degli altri secondo Ferran AdrĂ e Carlo Petrini”. Ecco alcuni passi dell’editoriale di Massimo Montanari: Â
L’altro che è in noi ovvero le radici del nostro ciboÂ
Il cibo, come il linguaggio parlato, è un importante strumento di comunicazione, che trasporta simboli e significati di varia natura (economici, sociali, politici, religiosi, etnici, estetici…) e rappresenta i valori e le tradizioni in cui ciascuna societĂ si riconosce. Il sistema alimentare costituisce pertanto uno straordinario veicolo di identitĂ , e al tempo stesso di scambio: se da un lato esso esprime l’identitĂ di una cultura, dall’altro è lo strumento piĂą immediato per entrare in contatto con culture diverse. In cucina, le diverse culture si aprono a ogni sorta di invenzioni, incroci e contaminazioni. (…)Quando si parla di cibo, il tema dell’identitĂ viene spesso utilizzato in senso francamente reazionario, per difendere il proprio orticello, chiudere la porta agli altri, definire un confine invalicabile fra sĂ© e i «barbari» che ci minacciano. Il tema oggi è scottante ed evidenti sono le sue implicazioni, politiche oltre che culturali. E poichĂ© la storia viene spesso chiamata in causa come garante della nostra identitĂ , della nostra tradizione, delle nostre radici, il dovere di uno storico è far notare che l’insegnamento della storia sembra muoversi in direzione opposta: essa mostra che le tradizioni alimentari non restano mai uguali a se stesse, ma cambiano nel tempo, modificandosi al contatto con tradizioni diverse. Le identitĂ , le tradizioni si inventano, nel senso letterale della parola: si trovano, si costruiscono. E le origini, le radici, di per sĂ© non spiegano nulla: sono condizioni necessarie ma non sufficienti a spiegare i fenomeni. Marc Bloch, il piĂą grande storico del Novecento, amava illustrare questa idea con l’esempio della ghianda e della quercia: senza la ghianda, la quercia non esisterebbe; ma non tutte le ghiande diventano querce, poichĂ© sono il tipo di terreno, il clima, l’umiditĂ che permettono alla ghianda di sviluppare le sue potenzialitĂ . Sono le condizioni «storiche». Non era scritto da nessuna parte che nel Medioevo, a partire dall’incontro fra cultura germanica e cultura latina, si sviluppasse una nuova gastronomia europea.
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Posted by admin on Ottobre 10th, 2007 filed in Spunti e Spuntini |