Giornata mondiale della pasta
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Oggi, 25 ottobre, è la  Giornata mondiale della PastaA dieci anni dalla prima edizione del World Pasta Day, che quest’anno si celebra a Città del Messico, il gotha dell’industria mondiale della pasta riflette, con preoccupazione, sugli effetti del caro-grano. L’anniversario cade infatti proprio nell’anno in cui l’impennata del prezzo della materia prima (il grano duro, che registra un +140 per cento rispetto a un anno fa) mette seriamente in difficoltà l’industria produttrice di uno fra gli alimenti simbolo del made in Italy nel mondo. Per questo, spiega l’Unipi (Unione industriali pastai italiani) organizzatrice dell’evento, “il Wpd 2007, se da una parte sarà l’occasione per ragionare sulla strada fatta in questi dieci anni nella diffusione di un alimento che i nutrizionisti di tutto il mondo considerano simbolo d’eccellenza della dieta mediterranea, dall’altra offre la possibilità di confrontarsi sui rischi che la disponibilità e il prezzo del grano duro segnano rispetto al futuroâ€. Un dibattito che coinvolgerà 300 delegati dei principali Paesi produttori e consumatori di pasta e prestigiosi opinion leader del mondo della medicina e della scienza dell’alimentazione. Ci siamo già occupati in una precedente newsletter della pasta, alimento principe della cd. Dieta Mediterranea, e di come sia entrata nel mondo dell’arte e del design; oggi un breve richiamo alla storia della pasta e, in particolare, alle ‘città della pasta’, Torre Annunziata e Gragnano.C’è una pubblicazione interessantissima, ‘Maccaronari’ di Angelo Abenante, scaricabile dal sito www.irescampania.it/libri/maccaronari/maccaronari.pdfche è un vero atto d’amore nei confronti di questo antico mestiere; tra le altre cose, dalla ricostruzione di Abenante si comprende come queste città siano state urbanisticamente concepite proprio in funzione della produzione della pasta: (…) nel 1592 il conte Muzio Tuttavilla aveva chiesto licenza reale per portare l’acqua di una delle sorgenti del Sarno alla Torre della Nunziata, con un canale artificiale e fornire altresì alla città di Napoli sfarinati a prezzi altamente competitivi. A tale scopo fece venire da Roma il celebre architetto Domenico Fontana che nello stendere il progetto contemplò che un cunicolo passasse sotto la collinetta chiamata Civita (…)Il canale, nella sua estremità , muoveva tre ordini di mulini, il primo alla curva di via Sepolcri, il secondo al corso Garibaldi ed il terzo al largo Tiglio ora piazza Matteotti.La costruzione del canale del conte trasferì parte dell’attività molitoria dalle rive del fiume al centro del piccolo borgo che, alla fine del settecento, aveva 3.336 abitanti con 775 abitazioni oltre a venti magazzini per diversi usi, in parte laboratori artigianali di maccheroni e di semola. Ma il ‘canale del conte’ non fu l’unica realizzazione del genere: nel 1629 il conte di Celano provvide alla sistemazione delle acque del Sarno, a valle di Scafati, fino alla foce e altri mulini si insediarono, in località Bottaro, accanto a quelli del Tuttavilla. Alla fine del Seicento, alla foce del fiume si installarono anche i molini Dino accanto a quelli di ‘casa ventotto’, con innovazioni che ressero nel tempo assicurando competitività al sistema produttivo e nuove occasioni di lavoro. Erano molini a ruota, allora gli unici in Italia e, grazie a tale primato, che durerà a lungo, Torre Annunziata diventò il più avanzato centro di molitura del Regno. Ma quando venne istituita l’odiata Tassa sul Macinato, i mulini di Gragnano non sopportarono il peso della nuova tassa, e il grido d’allarme fu lanciato, nel 1878, dal deputato locale Agostino Bertani che scrisse al Ministro dell’Agricoltura: Â
“Gragnano è un paese di quattordicimila abitanti che vive della fabbricazione delle paste e conta ben trentadue mulini ad acqua ma dal giorno dell’infausta applicazione del contatore, l’industria è in uno stato miserevole… Gragnano, un tempo così florida con centodieci fabbriche di pasta, che mandava i suoi maccheroni per tutto l’universo, oggi è in lenta decadenza, è affetta da tisi cagionata dal contatore, che fu la ruina del nostro commercio… Le fabbriche di pasta, l’una dopo l’altra, scemato l’utile e il capitale, debbono tutte chiudere, e il popolo numeroso ed affranto non avrà più pane né lavoroâ€. Una protesta dove compare già l’inno a “pane e lavoroâ€, e dalla quale è possibile desumere dati interessanti come la presenza a quell’epoca di 32 mulini ad acqua, e 110 fabbriche di pasta. Intanto, è di ieri la notizia dell’apertura da parte del Garante Antitrust di un’istruttoria nei confronti dell’Unione Pastai Italiani e di UnionAlimentare per i rincari della pasta: “(…) Gli accertamenti da parte dell’Antitrust sono partiti dopo una denuncia presentata dal Federconsumatori Puglia. Nella segnalazione si fa riferimento ad un incontro avvenuto a Roma tra 50 imprese sulle 160 aderenti ad Unipi (quasi l’85% della produzione) In questo contesto sarebbe emersa la decisione di aumentare il prezzo della pasta. Nel corso della preistruttoria gli uffici dell’Autorità hanno individuato un’analoga segnalazione da parte dell’UnionAlimentare sulla base di dichiarazioni del suo stesso presidenteâ€.
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Posted by admin on Ottobre 25th, 2007 filed in Spunti e Spuntini |