Il cibo e le feste
Tornando al nostro progetto, e al tema del cibo inteso come identità , occorre dire che si tratta di un aspetto della nostra civiltà già indagato da altri prima di noi; tra questi, l’Accademia della Crusca, che nel
 “Il gesto di condividere con qualcuno lo stesso desco – si legge nella presentazione dell’iniziativa - rappresenta, nella sua ritualitĂ , il punto di connessione tra natura e cultura, tra necessitĂ biologica e socializzazione. Lo era certamente nelle caverne di fronte al fuoco, con l’appoggiare i cibi su una pietra, ma lo è ancora oggi quando si partecipa ad un ricevimento, ad un pranzo tra amici o di lavoro, o quando si sceglie di incontrarsi da Mc Donald per consumare un Burger King accompagnato da una Coca Cola, rinunciando magari, presi dal ritmo accelerato della nostra civiltĂ mercantilistica, alla lentezza del gusto e alla qualitĂ del cibo. Il cibo consumato in gruppo ha perso molti dei suoi connotati di necessitĂ vitale e di sacralitĂ , ma immutati sono rimasti il rito e le sue valenze sociali. Dunque possiamo affermare che la marcia della civiltĂ dell’uomo è parallela, oseremmo dire compenetrata, con quella della civiltĂ della tavola. L’uomo si è sempre occupato del cammino della sua civiltĂ , cioè della sua storia, ma ci sono voluti molti millenni perchĂ© qualcuno cercasse di dare pari dignitĂ a molte altre espressioni della societĂ umana, fino ad oggi dimenticate. Oggi molti studi in ambito antropologico, sociologico, storico, letterario sono invece dedicati alla gastronomia, intesa come uno spazio culturale in cui leggere l’evoluzione dei popoli sulle tracce di ispirazioni culinarie. In questo modo il cibo diviene oggetto della ricerca della identitĂ nazionale, del folklore, delle dinamiche relazionali con altri popoli, riferimento linguistico costante, ma è anche archetipo dell’immaginario umano proiettato in tanti testi della letteratura, del teatro, del cinema”.  Ancora il MIBAC, Ministero per i Beni e le AttivitĂ Culturali, promosse nel biennio 2004/2005 una grande rassegna espositiva sui “Cibi e sapori nell’Italia antica”, con 150 mostre sparse per tutta
Nella presentazione della rassegna, è possibile individuare, tra l’altro, un’interessante traccia tematica:  Con Cibi e Sapori nell’Italia Antica si accomunano due capisaldi della nostra tradizione culturale che maggiormente connotano l’immagine dell’Italia nel mondo: il nostro vastissimo patrimonio storico-artistico e la nostra raffinata e millenaria cultura enogastronomica. Il cibo entra dunque nei musei, sia sotto forma di offerta di prodotti alimentari locali tipici nei servizi di ristorazione delle sedi espositive statali, sia come bene culturale in sĂ©, preziosa testimonianza storica in grado di restituirci l’immagine della nostra identitĂ , della nostra evoluzione sociale, dei nostri usi e costumi. (…) Il cibo – elemento funzionale per eccellenza, che tuttavia si è caricato di simboli fin dall’antichitĂ , contribuendo a regolare la vita sociale delle comunitĂ umane – racconta la sua storia attraverso piĂą di 15.000 reperti ordinati secondo cinque principali ambiti tematici, incentrati sui diversi aspetti e ruoli ricoperti dall’alimentazione: Caccia, raccolta e produzione del cibo; Cibi in movimento; Preparazione e consumo del cibo; Cibi oltre il nutrimento; Il banchetto”.Â
Alla presentazione del progetto furono allegati alcuni pannelli, (visionabili all’indirizzo http://marcheo.sanc.remuna.org/magazine/magazine2) nei quali sono sintetizzati con grande efficacia questi cinque temi che si prestano ovviamente ad essere rielaborati in chiave contemporanea.
Attilio Lauria
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Posted by admin on Ottobre 4th, 2007 filed in Spunti e Spuntini |