La magrezza è una droga
Al rapporto col cibo - come si sa - sono legate alcune delle nuove patologie, anoressia, bulimia e, naturalmente, l’obesità , che fanno del cibo il più grande desiderio, e al tempo stesso la più grande paura dell’uomo.
Per chi avesse interesse verso l’argomento, segnalo il libro di Alessandra Arachi “Briciole†(da cui è stato tratto l’omonimo film di Ilaria Cirino), che rappresenta in maniera vivida il dramma dell’annullamento dei desideri e dello slancio vitale, oltre a tutti i rituali ossessivo-compulsivi legati al peso, alla bilancia, alla pratica del vomito, e al dramma ingestibile di una famiglia lacerata da una patologia apparentemente incomprensibile.
Michela Cescon, interprete di film come Aria salata, Quando sei nato non puoi più nasconderti, Musikanten, e Cuore sacro, che per esigenze professionali fu costretta a dimagrire per interpretare un’anoressica, commentò così quell’esperienza: “Perdere peso ti cambia la testa, ci ho messo due anni a riprendermi. Sono tornata presto a 50 chili, ma il mio corpo si rifiutava di prenderli e io mi piacevo così, provavo un senso di onnipotenza, i miei vestiti mi stavano meglio, tutti mi dicevano ‘Come stai bene!’; la magrezza è una drogaâ€.
Si tratta certamente di un caso limite, ma mentre in tutto il mondo nascono associazioni a supporto di tali patologie, c’è anche chi, in nome di un malinteso concetto di moda, fa dell’irresponsabile apologia della magrezza: Skinny Bitch, letteralmente ‘magra puttanella’, è il titolo del libro di Rory Freedman (ex agente della Ford Models), e Kim Barnouin (ex modella con laurea in nutrizione solistica).
Come recita il sottotitolo, si tratta di una “guida pratica ma tosta per tipe intelligenti che vogliono smettere di mangiare merda e iniziare a essere favoloseâ€; nella sostanza, una lunga sequela di insulti riservati al resto dell’universo femminile, quello che calza dalla
Anche questo, in ogni caso, è uno dei tanti volti della contemporaneità …
Di seguito, le immagini di una bella campagna italiana sui disturbi alimentari promossa dall’ABA, Associazione Italiana Bulimia e Anoressia.(immagini visionabili all’Url http://campagnesociali.wordpress.com/2007/04/page/2/)Â
Il volume che documentava la mostra Gli stili del corpo. Il cibo e i suoi simboli nel XX secolo (Milano, 22/20 aprile 1988) introduceva la documentazione iconografica con delle prefazioni ai singoli periodi/decenni.
Estraendone dei passi, ne emerge una interessante sequenza:
L’inizio secolo e gli anni Venti
Un progressivo cancellare, togliere, liquidare, svelare.
Gli anni Trenta e la fine della guerra
Riprende a dominare l’opulenza fisica.
Il dopoguerra e gli anni Cinquanta
Gli stili del corpo lentamente si trasferiscono al centro delle nostre rappresentazioni simboliche.
Gli anni Sessanta
Il corpo deve essere svelto e magrissimo, ma non particolarmente sportivo.
Gli anni Settanta
Il corpo vive una vita indipendente rispetto alle forme esteriori, ai vestiti.
Gli anni Ottanta
La stessa natura, la salute corporea non sono soltanto il risultato di scelte consapevoli, ma condizioni per esserci, per esistere nei sistemi di comunicazione di massa.
Gli anni Novanta e l’inizio del XXI secolo
Si leggano di seguito, o al contrario, oppure in ordine sparso le tendenze dei decenni precedenti.
Malattie essenzialmente ‘al femminile’, bulimia e anoressia rimandano al rapporto tra donne e cibo, argomento pressoché sterminato, e già sfiorato qualche newsletter addietro.Â
In allegato troverete una gustosa bibliografia dal titolo “Donne, ricette, ritorni, e abbandoniâ€, proposta dal Consorzio Sistema Bibliotecario Nord Ovest; tra i numerosi testi dedicati all’argomento, vi segnalo “Donne e cibo†(Bruno Mondadori, 2003) di Maria Giuseppina Muzzarelli e Fiorenza Tarozzi, dall’interessante foto di copertina: si tratta del remake di una nota foto di Meret Oppenheim (cui Man Ray dedicò una serie di ritratti), famosa per i suoi happening come Festino di Primavera del 1959 - documentato appunto dall’originale di questa fotografia - in cui il banchetto era allestito sul corpo nudo di una modella, mentre gli invitati erano tenuti ad utilizzare soltanto la bocca.
Celebre, della stessa autrice, l’eversiva Colazione con pelliccia, una tazzina da caffè e un cucchiaino rivestiti di pelo, da interpretarsi in chiave erotica e femminista.
Per quanto la donna sia dunque sempre più ‘soggetto’ dei vari rapporti col cibo, la comunicazione pubblicitaria indugia ancora nel clichè della donna ‘oggetto’, come nel caso di questa birra, evidentemente made in Cuba…
“La notte scorsa tu mi hai voluta, così io ti do il mio seno. Se mi desideri, mangialo!†Ma il ragazzo si rifiuta. La donna sale in cielo, dove diviene il sole. Il ragazzo si tramuta in luna, e la insegue, senza poterla mai raggiungere. Siccome è senza cibo, Luna svanisce a poco a poco sotto l’effetto della fame, finchè non si può più vederlo. Allora Sole gli si avvicina e gli dà da mangiare nel piatto nel quale la sorella aveva posto il seno. Dopo essersi rifocillato, Luna ritrova progressivamente la sua forma rotonda; di nuovo privo di cibo, egli ricomincia a declinare. Sono le fasi della luna.
Claude Levi-Strauss, Il crudo e il cotto
Donne, ricette, ritorni e abbandoniComastri Milvia 2005, 160 p., brossura PendragonStorie di donne che attraverso la cucina ritrovano se stesse, nell’atmosfera magica del legame indissolubile che unisce l’uomo al cibo: cibo per abbandonare qualcosa o qualcuno, per dire ti amo, ti odio, per iniziare un nuovo corso e per ritrovare ciò che ci sta davvero a cuore. Tra ricordi e desideri l’autrice scopre che amore, dolore, memoria e sapori sono inseparabili come gli ingredienti delle ricette più riuscite. A neve fermaBertola Stefania, 2006, 234 p., brossura, SalaniEmma ama Andrea, ma Andrea sta per sposare un’altra. Lei pensa allora di consolarsi con le soddisfazioni professionali, ma è difficile perché se è vero che sta per partecipare a un prestigioso concorso di pasticceria, lo farà solo in qualità di assistente della solita raccomandata. E intanto la catastrofe economica incombe sulla pasticceria Dupré, che un colosso industriale non vede l’ora di accaparrarsi.Â
Zenzero e cannellaLynch Sarah-Kate, 2006, VIII-276 p., Sperling & KupferConnie, critico gastronomico di New York, si trova su un aereo diretto a Venezia, la città dei suoi sogni, per trascorrere la seconda luna di miele dopo dieci anni di matrimonio con il suo Tom. Peccato che Tom non sia seduto accanto a lei. Decisa a non cedere alla disperazione, ordina una coppa di champagne e si ripropone di godersi la vacanza nonostante tutto. La aiuterà a farlo Marco, giovane e affascinante gondoliere, che le fa conoscere i segreti della città più romantica del mondo. Gironzolando nei mercati traboccanti di primizie e di spezie, consumando succulenti spuntini nelle osterie e piccanti incontri con Marco, Connie vive quella inaspettata e travolgente passione come un regalo che la vita le ha fatto dopo che il marito l’ha abbandonata. O almeno così lei crede. Perché, al ritorno a New York, una sconcertante sorpresa non tarda a svegliarla dal suo bel sogno (o dal suo incubo?), costringendola a rivedere tutto Confortatemi con le mele. Nuove avventure a tavolaReichl Ruth, 2003, 344 p., brossura, Ponte alle GrazieNel 1978 Ruth vive ancora con Doug in una comune, ma ha deciso di diventare critica culinaria. Dopo un inizio tragicomico (alla fine del suo primo pranzo da critico, la carta di credito non viene accettata), frequenta i ristoranti di tutto il mondo, alla ricerca di piatti nuovi su cui scrivere. La storia che segue è il racconto, divertente, ironico, appassionato dell’apprendistato di una delle migliori gastronome d’America. La sua ricerca di buon cibo e di buona cucina la porta da New York alla Cina, dalla Francia a Los Angeles. Della stessa autrice ;La parte più tenera, 2002, 331 p., e ancora ; Aglio e zaffiri. Vita segreta di una gastronoma mascherata, 2005, 359 p., brossura entrambi per Ponte alle GrazieÂ
Pane e cioccolatoLynch Sarah-Kate, 2006, 344 p., brossura, Sperling & KupferPer Esme tutto comincia in una piccola boulangerie nel sud-ovest della Francia. Complici l’odore acidulo del lievito, il profumo fragrante delle pagnotte cotte nel forno a legna e il tocco magico del panettiere, Louis Lapoine, l’innocente diciannovenne scopre i piaceri del pane e del sesso. Quindici anni più tardi, la ritroviamo nel bel mezzo della campagna inglese, in un’incredibile dimora a sei piani, con ventotto finestre e settantotto scalini, che divide con il marito, il figlio di quattro anni e mezzo, la nonna e un suocero intrattabile, nonché una capra incontinente e uno sciame di api bellicose. Esme è spenta, e sempre più convinta che il bellissimo Louis sia l’ingrediente segreto per ravvivare la sua insipida esistenza. Solo paneHendricks Judi, 2006, 340 p., rilegato, TEADopo un matrimonio finito nel peggiore dei modi possibili e dopo un periodo di totale sconforto e confusione, Wyn segue d’istinto una traccia che emerge dal passato. Il ricordo del felice periodo trascorso come apprendista panettiera in un paesino della Francia, durante gli anni dell’università . Come una reminiscenza proustiana, il profumo del pane appena sfornato in una piccola boulangerie di Seattle è per lei un richiamo irresistibile: l’odore pungente del lievito vivo, il silenzio del lavoro notturno e il calore del forno le fanno capire che per sette anni di matrimonio non è mai stata se stessa, ma quello che il marito voleva che lei fosse.Â
In cucina con i tacchi a spilloChierighini Olivia, 2006, 316 p., brossura,Tommasi-Datanova“In cucina con i tacchi a spillo” è un metodo poco ortodosso ma efficace per recuperare il “sapere di cucina” che le trentenni hanno perso e che vorrebbero possedere ancora, nonostante dicano di preferire un bel paio di scarpe. Tra chiacchiere, aneddoti e spiegazioni pratiche, le pagine sono un divagare scanzonato sul cibo e sulle sue valenze simboliche, una sorta di colonna sonora che batte il tempo della vita quotidiana al ritmo della schiumarola. Ci sono ingredienti da scoprire, “babau” culinari da smitizzare, storie da raccontare, trucchi per sopravvivere alla vita cittadina che preme troppo: il tutto condito da qualche cucchiaio d’amore e da una manciata d’ironia. L’insieme delle ricette è tutto quello che chiunque dovrebbe saper eseguire correttamente per non essere mai messo alle strette al momento del bisogno. CasalinghitudineSereni Clara, Ristampa 2007, 161 p., brossura BUR Biblioteca Univ. RizzoliUna storia personale e famigliare narrata attraverso il cibo. Il cibo privato, quello degli affetti e della cura, un linguaggio parallelo, in grado di raccontare qualcosa in più o qualcosa di diverso da quello che la parola dice. Semplici ricette scandiscono il racconto di una vita. Ogni piatto, ogni preparazione, rievoca un frammento di memoria, un incontro, un periodo. L’infanzia, i rapporti famigliari, l’amore, l’impegno politico, gli affetti, la maternità . Così il ‘68 ruota intorno a una pasta e fagioli, il padre che discute con Nenni si lega a una frittata di zucchine.Â
Le francesi non rinunciano mai a niente… E sono in forma in ogni stagioneGuiliano Mireille, 2007, 370 p., ril Sperling & KupferLe donne francesi sanno come godere appieno dei piaceri della tavola offerti da ogni stagione dell’anno. Eppure restano magre, e in più hanno la massima aspettativa di vita del mondo occidentale! Merito della loro terra e della loro cultura, si dirà . Un tempo, forse. Oggi non è più il luogo dove viviamo a imporci come mangiare. Dipende da noi. Attenzione, però: non è necessario scegliere tra taglie forti o forti sacrifici; cucinare e apprezzare la buona tavola possono essere motivi di gioia autentica senza rinunciare a una corretta alimentazione. E al bikini della taglia che sognate. Il segreto è l’equilibrio e a svelarlo non può che essere Mireille Guiliano, già autrice che ha insegnato a lettrici di tutto il mondo come si possa dimenticare la bilancia lasciando le diete crudeli a chi non si ama. I saggi consigli però non finiscono mai e questo nuovo libro ci dimostra che le francesi non rinunciano a niente, anzi, vivono al massimo sentendosi bene nella loro pelle. L’autrice mescola la raffinatezza della capitale francese e il senso pratico della Grande Mela, proponendo un centinaio di nuove ricette. Ma anche riflessioni, suggerimenti, piccoli trucchi su tanti aspetti dell’art de vivre, che riguardano non solo il cibo ma anche la scelta del vino, l’organizzazione di un party, la cura del proprio corpo, il sapersi vestire o scegliere i fiori per la casa. Sola come un gambo di sedanoLuciana Littizzetto, 2001,223 pag, Mondadoridolcetto e gongorzola, fritto misto a ferragosto, pippoli strascicati in bagna all”erba finocchia, piatti biologici no grazie, riflessioni sull’ossobuco. racconti esilaranti. elogio del minestrone.Â
Le ricette di Chloe Zivago per il matrimonio e l’adulterioLichtenstein Olivia, 2007, 367 p., rilegato, Garzanti LibriChloe Zivago ha quarantatré anni ed è una psicoterapeuta di successo, oltre che una cuoca formidabile. Dai nonni non ha imparato solo piatti gustosi e piccanti, ma anche la ricetta segreta per il matrimonio felice. All’inizio gli ingredienti fondamentali non sono mancati - attrazione sessuale, amore, ammirazione e rispetto reciproco - ma adesso qualcosa è cambiato. O meglio, suo marito Greg è cambiato. Anniversario dopo anniversario, l’uomo sexy e spiritoso di tanto tempo prima si è trasformato in un essere misantropo e ipocondriaco, il cui hobby preferito è tenere allenata la memoria nascondendo gli oggetti nei posti più impensati. Sono mesi, anzi precisamente 245 giorni, che Chloe non fa l’amore con lui. Motivo? La sera Greg ha altri impegni, come addormentarsi sul divano dopo aver seguito la sua trasmissione preferita, ovvero le previsioni del tempo. Chloe potrebbe impazzire. Se non fosse che, una sera, alla presentazione del libro di un’amica, il seme del peccato si insinua nella sua vita. Ha la forma di Ivan, sensuale russo che sembra uscito da un romanzo di Tolstoj: alto, bruno, occhi azzurri e zigomi pronunciati. Guarda caso proprio il suo tipo. Basta uno sguardo, e Chloe si trova all’improvviso coinvolta da una passione più grande di lei, fatta di incontri fugaci, avventure e sorprese, piatti piccanti e tanto desiderio. Ma a questo punto il pasticcio è bell’e che fatto. E Chloe non conosce la ricetta per sistemarlo. Passami il saleSereni Clara,Ristampa, 2004, 265 p., brossura BUR Biblioteca Univ. RizzoliClara Sereni narra i ritmi stravolti, le giornate consumate tra incredibili acrobazie per conciliare i molti doveri di una donna vicesindaco. Il racconto prende il via dal laboratorio dell’esperienza e cresce fino a farsi gioco dell’invenzione. Un privato assediato e minacciato di cui il buon cibo riesce a fatica a mantenersi risorsa, e un agire pubblico di cui il cattivo cibo è pena accessoria, si impastano con una colonna sonora di ricette: in un quadro di minaccioso iperrealismo si consuma ogni possibilità di essere normali. “Passami il sale” è la storia della scommessa di una donna con se stessa e i propri ideali, un romanzo singolare sull’impegno e sulla politica che rompe gli argini delle definizioni e delle appartenenze. Ricette per un delitto. 10 racconti gialliComastri Montanari Danila, 2002, 139 p., TodaroDieci racconti gialli che hanno come tema centrale la cucina e il cibo. Il primo racconto è ambientato nel 1596 nella campagna romana, l’ultimo nel 2006, passando per la Venezia del ‘700, le Langhe piemontesi e
Di altre donne e di altre ricette Zucchero a velo e… il ritorno di Zucchero a veloGiannotti Stefania, 2003, 220 p.,
La zia Fiorina ci metteva i capperi. Due donne e due quaderni di ricette tra Pavia e PalermoCasella Franco, 2005, 140 p., ill., brossura, Tommasi-DatanovaIl libro pone a confronto due quaderni di cucina compilati nel corso della prima metà del ‘900, rispettivamente dalla zia Eufemia, pavese, e dalla zia Fiorina, palermitana trapiantata a Pavia. Casella propone un confronto in cucina dove le sfumature prevalgono sulle differenze nette, dove tra i brodi e le zuppe si fa largo timidamente un “cucchiaino scarso di Liebig”, simbolo di un’Italia che sta cambiando. Accanto alle ricette, i ricordi e le storie di queste due donne ricostruiti sulla base di vari contributi, per inseguire, tra i piatti, le vicende delle loro autrici. Infine le foto dell’epoca: la salumeria Bianchini, la fabbrica di cioccolato di Bartolomeo Viola. Alla tavola di Yasmina. Sette storie e cinquanta ricette di Sicilia al profumo d’ArabiaQuadruppani Serge; Loria Maruzza, 2004, XII-174 p., brossura, MondatoriNella Sicilia dell’XI secolo, dominata dai Normanni, Omar Ibn Khalid viene arrestato per alto tradimento e condannato a morte. Nel tentativo di salvarlo sua sorella Jasmina si fa novella Sharhazà d e, come l’eroina delle “Mille e una notte”, seduce il sovrano Ruggero I con i suoi racconti e, ancor più, con la sua cucina: cannoli, cous-cous di pesce, cassate, caponate di melanzane, granite al cedro. Un viaggio attraverso i segreti delle antiche tradizioni culinarie palermitane, ricche dei profumi e del sole di Sicilia e d’Arabia. Introduzione di Andrea Camilleri.Â
Venti donne. Cento ricette dal mondoRozenbaum Isabelle; Maslakian Cucile, 2004, 288 p., ill., rilegato L’Ippocampo20 donne originarie di 20 paesi, 20 cuoche del mondo, accomunate dall’amore per la cucina e il desiderio di trasmettere le ricette tradizionali della loro terra. Un viaggio nei sapori del mondo, questo melting-pot etnoculinario traspare grazie alla diversità dei modi di preparazione, di cottura, di presentazione e di degustazione. L’arte fotografica di Isabelle Rozenbaum rivoluziona il modo di documentare le ricette, nobilitando i gesti delle mani e abbinando con grande ispirazione il bianco e nero al colore. Donne e cibo. Una relazione nella storiaMuzzarelli M. Giuseppina Tarozzi Fiorenza, 2003, XII-180 p., ill. Mondadori BrunoUna folclorica relazione sul secolare rapporto tra le donne e il cibo attraverso i mutamenti storici. Un richiamo al ruolo marginale, benché esclusivo, assegnato alle donne dalla preparazione dei pasti, fino alla presenza di eccessi alimentari quali l’anoressia, santificata nel Medioevo e considerata una patologia in età moderna. Terra Madre. 300 Presìdi e 1200 comunità del cibo nel mondo
Slow Food (collana Terra Madre)
 Di altre donne e di altri amoriÂ
La cucina golosa di Madame BovaryLe ricette del tempo di Flaubert, Elisabetta Vitzizzai , Il Leone Verde editore“Madame Bovary: bruna, snella, graziosa, sognatrice, illusa, delusa, disperata. A questa serie di aggettivi c’è da aggiungere: golosa. Golosa di vita, di gioie, di cibi. Emma, ci dice Flaubert, ama le confitures, i gelati, gli sciroppi ghiacciati, i frutti, i liquori dolci. Civetteria, galanteria, erotismo, seduzione sono da lei associati, nei sogni come nella realtà , alle cene a lume di candela, allo champagne, ai piccoli e grandi lussi della tavola. “Dimmi ciò che mangi e ti dirò chi seiâ€: è dal punto di vista di questo antico adagio che l’autrice guarda al personaggio di Emma Bovary, rintracciando nel romanzo di Flaubert indicazioni su ciò che ama o detesta mangiare, o più semplicemente ama o detesta tout court. Ne deriva una raccolta di gustose ricette che un cuoco d’oggi ha reso eseguibili ai nostri tempi, mantenendone però inalterato il sapore antico, dei tempi di Flaubertâ€Â A pranzo con BabetteLe ricette di Karen BlixenAllegra Alacevich. Il leone verde Edizioni“Karen Blixen non volle mai essere una scrittrice. Scrivere storie fu qualcosa che le capitò nella vita, perché dovette guadagnarsi da vivere. A lei piaceva essere una conteuse, una narratrice interessata alle storie e al modo di raccontarle. L’arte blixeniana consiste nella capacità di guardare al mondo come a una scena su cui si intrecciano molteplici vite e veloci destini, ed eventi che si inseguono rapidi. Un palco che ospitò anche lei, con il suo pesante bagaglio di vita, un’esistenza movimentata e ricca. I rovesci della fortuna che la videro come protagonista, la morte del padre prima, il tradimento del marito e il lutto per il proprio amante dopo - avvenimenti infausti di un periodo doloroso - non piegarono la nostra autrice che, obbligata a voltare pagina, cominciò letteralmente a scrivere per mangiare. Ecco che, rimasta senza nient’altro che la sua arte – la scrittura - ella si sente in possesso di qualcosa di cui mai niente e nessuno è in grado di privarla. Un po’ come Babette, la cuoca francese dell’omonimo pranzo che, in esilio volontario in Norvegia, dimostra quanto il possedere a livello materiale sia cosa per lei del tutto secondaria, poiché è l’arte - seppur bianca - a dare significato alla sua esistenza…â€Â
Alla tavola di Virginia WoolfVita in casa di una scrittriceElisabetta Chicco Vitzizzai, Il leone verde Edizioni“Sono convinto scrive Leonard Woolf nella sua autobiografia e lo dico sulla base della mia esperienza, che a lasciare i segni più profondi nella vita di una persona siano le diverse case in cui abita, più ancora di matrimonio, morte e separazione”. Per Virginia Woolf la casa fu essenzialmente studio e rifugio, ma anche accoglienza e ospitalità . Gli amici frequentavano la casa della scrittrice per il tè o per il pranzo con cadenza quasi quotidiana e Virginia, che disponeva di cuoca e domestica, ma all’occorrenza cucinava da sé (aveva preso anche lezioni di cucina), affermava che “non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è cenato bene”. In questo libro il lettore troverà le ricette di parecchi dei piatti menzionati da Virginia Woolf nelle sue opere, dove scene di pranzi e di ricevimenti sono sovente centrali. Dal momento che compito di un romanziere, secondo la famosa scrittrice, è rivelare la vita attraverso le percezioni che nascono in noi dalle cose, anche in apparenza banali, di cui sono fatte le nostre esistenze.â€Â Creme & crimini. Ricette deliziose e criminali di Agatha ChristieMartinetti Anne; Rivière Francois, 2006, 165 p., ill., brossura, SonzognoNella maggior parte dei gialli di Agata Christie, l’arma del delitto non è un revolver e nemmeno un pugnale, ma un cibo o una bevanda che contengono una sostanza mortale: un innocuo bicchiere di brandy può rivelarsi fatale, il sandwich al cetriolo può spedire all’altro mondo. Nella vita, la scrittrice inglese era golosa e buongustaia e si dilettava anche nella preparazione di piatti semplici e molto invitanti per gli ospiti. Esperti di Agatha Christie, gli autori hanno raccolto in questo manuale le ricette della tradizione gastronomica inglese e internazionale spaziando dall’arte del breakfast alle torte di Poirot, dai pasticcini e canapé per il “tea time” in compagnia di Miss Marple ai piatti esotici assaggiati dalla scrittrice nei suoi viaggi intorno al mondo, ai cibi per i picnic che la Christie adorava fare fin dall’infanzia. Capricci del destino Blixen Karen, ristampa 2003, 208 p., contiene il pranzo di babette, FeltrinelliÂ
Afroditaracconti, ricette ed altri afrodisiaci / Isabel Allende. – Milano : Feltrinelli, 1998. – 325 p. : ill. ; (Universale Economica Feltrinelli, 1591) Cioccolata a colazionePamela Moore. – Milano : A. Mondatori, 1995. – 2212 p. ; (Piccola Biblioteca Oscar, 93) Cioccolata da Hanselmann Rosetta Loy. – Milano : Rizzoli, 1995. – 217 p. ; (La scala : il catalogo)Â
Dolce come il cioccolato romanzo piccante in 12 puntate con ricette,amori e rimedi casalinghi Laura Esquivel. – Milano : Garzanti, 1991. – 179 p. ; (Narratori moderni) Gli uomini sono come il cioccolatoTina Grube. – Firenze : Salani, 1999. – 155 p. ; Â
Vaniglia e cioccolato Sveva Casati Modignani. – Milano : Sperling & Kupfer, 2000. – 470 p. ; (Pandora) Chocolat Harris Joanne, ristampa 2005, 338 p., Garzanti Libri
Attilio Lauria
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Posted by admin on Ottobre 4th, 2007 filed in Spunti e Spuntini |