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La gloriosa carrozza ristorante è a fine corsa, sparirà dalle nostre Ferrovie. A saziare gli appetiti dei viaggiatori provvederanno appositi ‘chioschi’ installati sui treni, che offriranno un servizio più veloce limitato a snack, panini e bevande. Il requiem arriva dall’amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, che ne spiega le ragioni di ordine economico: “Il servizio ristorazione è in perdita di qualche milioneâ€.La decisione non è solo italica, i wagon restaurant stanno sparendo anche dalle altre maggiori ferrovie europee: in Inghilterra, madre di tutti i binari, l’eutanasia dei ristoranti viaggianti è cominciata già due anni fa.
La First Great Western, una delle principali compagnie private che gestiscono il traffico nel Regno Unito, ha deciso di abolirli nel 2006. Quando l’annuncio venne dato, si scatenò un diluvio di contumelie: si sarebbe perso un pezzo di civiltà , di comodità , di progresso, dicevano i nostalgici. Ma i manager della linea ferroviaria replicarono con dati impietosi, ormai solo un viaggiatore su otto utilizzava la ‘buffet car’.
Nella loro lunga esistenza le carrozze ristorante sono state un simbolo di eleganza, fascino e civiltà , coccolando milioni di viaggiatori, e lasciando un segno nell’immaginario, nella cultura cinematografica e letteraria. C’è un vagone ristorante in uno dei primi kolossal della storia del cinema, “La grande rapina al trenoâ€, di Edwin S. Porter, anno 1903. E da lì in poi, quella è stata una delle location più amate, per cene galeotte, intrighi, monologhi esistenziali. Se una delle scene più celebri, in tema, è il corteggiamento di Cary Grant a Eve Marie Saint, nel wagon restaurant di “Intrigo internazionale†di Hitchcock, uno dei ristoranti viaggianti più celebri fu quello dell’Orient Express, amato da sovrani favolosi e truffatori travestiti. Tant’è che uno dei romanzi più celebri della letteratura gialla, «Assassinio sull’Orient Express» di Agatha Christie, viene risolto tra una portata e l’altra dal goloso Poirot proprio nel wagon restaurant.
Tutto questo, certo, appartiene ad uno stile di viaggio che faceva della lentezza e del comfort un vanto. Ora che la vita e i cibi sono diventati più veloci (i treni, purtroppo no) il pranzo in treno pare invece un lusso superfluo.
Attilio LauriaÂ