Giunto alla sua ventiduesima edizione, “Portfolio Italia” continua a svolgere la sua preziosa funzione di laboratorio di crescita e di promozione, ma anche d’incontro e di confronto, nel contesto del vasto panorama della cultura fotografica nazionale. Il Circuito, avviato dalla FIAF nel 2004, si conferma così come autentico punto di riferimento per tutti quegli Appassionati, sempre più numerosi, che si misurano con questa avvincente forma espressiva. Quest’anno i Lettori che si sono avvicendati alle postazioni degli undici Festival aderenti a “Portfolio Italia” sono stati sessanta, per un totale di centosei presenze ai tavoli, con quasi cinquecento ore di lettura messe a disposizione dei Partecipanti. Ma il dato che forse appare più singolare è quello relativo al numero totale di Lettori che si sono succeduti (nel corso dei duecentocinque Festival che hanno condiviso il Circuito dalle sue origini a tutt’oggi): addirittura quattrocentonovanta; anche se quasi la metà (duecentotrent’uno per l’esattezza) annoverano una sola presenza. Mi fa piacere, in questa occasione, riportare le parole espresse nel merito da Federica Nardese, una Fotografa professionista nata a Noventa di Piave (VE), laureata in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane e specializzata in ritrattistica: «Chi ti legge il portfolio entra in contatto diretto con te, le tue emozioni, il tuo lavoro, un pezzo della tua storia personale e artistica. Spesso lo fa senza sapere niente di te e di quello che sai, puoi, vuoi fare. A mio parere, la responsabilità della lettura è immensa perché una lettura basata sul “giudizio” può fare davvero male a chi la riceve. Non si tratta di essere “politically correct” nel fare la lettura, ma di dare una valutazione anziché dare un giudizio. Io non mi sento depositaria di verità assolute, leggo quello che vedo in base alla mia esperienza e alla mia sensibilità artistica e tecnica. Sento che posso dare delle valutazioni utilizzando empatia verso chi ho davanti, portando dei suggerimenti senza stroncature ma cercando di indagare le motivazioni del fotografo con quella curiosità didattica di cui si parlava sopra. Se un portfolio mi viene presentato a scopo lavorativo posso essere più severa ma non è detto che le parole usate per la lettura lo siano allo stesso modo. Questa per me è una cosa fondamentale, imprescindibile, specie durante le letture pubbliche.» Un’opinione, quella della Nardese, molto equilibrata e assolutamente condivisibile da tutti coloro che affrontano questa attività con l’unica aspirazione di essere d’aiuto a chi hanno di fronte.
Certo che ne è passato di tempo da quando, a soli ventiquattro anni, il torinese Simone Martinetto (oggi affermato fotografo di scena per il cinema) vinse, con “Senza la memoria”, la prima edizione di “Portfolio Italia”. Vi ricordate il lavoro? Era la storia di Valentina (la nonna di Simone), delle sue difficoltà a ricordare e dei mille promemoria di cui era cosparsa la sua casa; era il racconto della sua umanità smarrita, del suo difficile rapporto con l’ambiente domestico. Una vicenda umana di grande effetto simbolico. Era il 2004, e la Giuria finale era formata da Uliano Lucas, Franco Vaccari ed Enrica Viganò.
Orbene, molte cose sono cambiate da allora, ma una prerogativa del Circuito è rimasta costantemente inalterata nel tempo: quella di poter vantare sempre, nel corso di tutti i ventidue anni, autorevoli e prestigiose Commissioni giudicatrici conclusive; Commissioni, ogni volta differenti, alle quali viene affidato, anno dopo anno, il fondamentale, delicatissimo compito d’individuare, fra tutti i lavori selezionati nei singoli Festival (due per ogni singola Tappa), il portfolio più apprezzato dell’anno.
Composte da esperti Professionisti del settore (Fotografi, Curatori, Photo-Editor, Storici, Critici, Giornalisti, Docenti e Galleristi), le Giurie di “Portfolio Italia”, pur nelle inevitabili soggettività di valutazione, si sono sempre caratterizzate per responsabilità, obiettività, imparzialità e competenza. Ed è stato così anche quest’anno. Sabato 25 ottobre a Garda si è riunita la Giuria finale, composta da tre nomi davvero sintomatici: la milanese Mariateresa Cerretelli (Photo-Editor, Presidentessa del GRIN, Gruppo Redattori Iconografici Nazionale, Giornalista, Curatrice e Direttrice artistica del “MonFest” di Casale Monferrato), il parmense Ascanio Kurkumelis (Critico, Curatore, Collaboratore dello CSAC, Centro Studi e Archivio della Comunicazione, e Storico dell’arte) e il torinese Paolo Ranzani (Fotografo, Regista, Coordinatore del Dipartimento di Fotografia dell’Istituto Europeo di Design nonché Docente).
Io, a nome di tutto il Dipartimento di “Portfolio Italia” (composto, oltre che dal sottoscritto, anche da Gigi Montali, Vicedirettore di Dipartimento, Massimo Bardelli, Stefania Lasagni e Massimo Mazzoli), rivolgo loro un cordiale e caloroso ringraziamento per l’affidabilità, la neutralità e l’impegno profuso nel corso della Selezione finale. Per chi, come me, e come Roberto Puato, Claudio Pastrone e Roberto Rossi, ha avuto la fortuna di poter assistere ai lavori, si è trattato, ancora una volta, di una vera e propria lezione di fotografia.
di Fulvio Merlak - Direttore di “Portfolio Italia”


