Lisetta Carmi - Da Genova verso il resto del mondo
30 marzo 2019 - 02 giugno 2019

di Claudio Pastrone

Ricordo come fosse oggi la sera in cui un amico appassionato di fotografia, come e più di me, mi fece sfogliare un libro con immagini che non possono lasciare indifferenti. Il libro era "I travestiti" di Lisetta Carmi. Era stato pubblicato nel 1972 dalla casa editrice Essedì di Roma, di cui oggi non troviamo più traccia. Lo aveva acquistato a Milano, all’inaugurazione della mostra alla galleria Il Diaframma di Lanfranco Colombo. Appena potei andai a visitarla. Quello che già allora mi stupiva era la capacità dell’autrice di riuscire a rappresentare un mondo così particolare, nascosto ai più e sovente demonizzato, con tanta schiettezza e partecipazione. Attraverso quelle fotografie estremamente significative si poteva entrare in una dimensione privata che svelava atteggiamenti e sentimenti senza il filtro di un giudizio preconcetto. Quella fotografa l’avrei conosciuta, anche se solo da spettatore, 40 anni dopo, nell’ottobre del 2014, in occasione della presentazione organizzata dall’AFIP alla Triennale di Milano del libro edito su di lei dall’editore Peliti Associati. Minuta, con lo sguardo sereno di chi assume in sé una profonda spiritualità, con una lucidità stupefacente per una donna di novant’anni. Sentendola parlare intuivo finalmente perché proprio lei aveva avuto la capacità di trattare quell’argomento con tanta chiarezza. “Ho fotografato per capire” afferma più volte Lisetta Carmi e proprio il concetto di comprendere il mondo che ci sta davanti è alla base della sua fotografia. Quando durante una riunione del Comitato Scientifico del Centro Italiano della Fotografia d’Autore, supporto culturale alle attività della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, Giovanna Calvenzi propose il nome di Lisetta Carmi per dedicarle una mostra, l’idea fu accolta con entusiasmo.
L'esposizione presenta la sua città natale, Genova, per poi svilupparsi verso il mondo. Tra i lavori realizzati a Genova ne abbiamo scelti due, che identificano e caratterizzano la città: il porto e i travestiti. Il lavoro sul porto propone vedute d’insieme che ne documentano l’ampiezza e l’intensa attività, per poi introdurci nel cuore dell’argomento caro alla Carmi: il duro lavoro dei portuali, i “camalli”, addetti al carico e allo scarico delle merci. Sulla coinvolgente serie sui travestiti aggiungiamo che anche le scene più trasgressive ci vengono presentate attraverso l’occhio documentarista e allo stesso tempo intensamente umanista dell’autrice. Si toccano poi luoghi come Israele, la Sardegna, Parigi, il Venezuela, l’Afghanistan, l’Irlanda, l’India e la Sicilia. L’occhio fotografico della Carmi si posa su particolari significativi e l’autrice riesce a sintetizzare in poche immagini l’atmosfera di un luogo. Tra questi reportage sono stati inseriti due ritratti del poeta americano Ezra Pound: in breve tempo e con pochi scatti, riesce a cogliere l’essenza più profonda del personaggio, compiendo un capolavoro di introspezione psicologica che verrà premiato nel 1966 con il “Premio Niépce per l’Italia”. Se si esclude il lavoro sulla metropolitana di Parigi dove le persone perdono la propria riconoscibile identità per diventare massa in movimento che percorre spazi artificiali e disumanizzanti, sono sempre le persone ad attrarre la sua attenzione. Attraverso di loro riesce a darci un’immagine della loro vita e dei luoghi che abitano. Nella serie sull’India la figura del protagonista è affidata al suo maestro, Babaji, ritratto in immagini particolarmente evocative della spiritualità che emana dai suoi atteggiamenti, ma in tutti gli altri casi è un’umanità ai margini del mondo industriale e postindustriale contemporaneo che popola le fotografie di Lisetta. In molti suoi servizi, a cominciare dal quello sui travestiti, compaiono i bambini, che con la loro naturale innocenza superano ogni pregiudizio. Lì però non sono i protagonisti come in quello su Israele dove i bimbi ebrei e palestinesi ci fissano con sguardi che rendono difficilmente condivisibili le ragioni degli scontri tra i due popoli. O quello sull’Irlanda del Nord: vederli giocare tra le macerie fisiche e morali provocate da una lotta fratricida, da una parte stempera la drammaticità degli avvenimenti, dall’altra ci conferma tutto l’orrore che suscita la violenza. I bambini che appaiono in misura più o meno rilevante in ogni tema, assumono il ruolo di mediatori tra la realtà contradditoria e spesso drammatica del presente, e la speranza verso un futuro migliore. 
Lisetta Carmi ha realizzato i suoi lavori fotografici nell’arco di 18 anni; poi la sua vita cambia completamente grazie all’incontro con il maestro indiano Babaji, e nell’ultima parte si ritira a Cisternino. Lisetta vive di spiritualità in modo spartano e senza i moderni mezzi di comunicazione come il computer e Internet. Vicino a casa sua però c’è un edicolante che non solo espone i suoi libri, ma le fa anche da tramite con il resto del mondo ricevendo la posta elettronica a lei indirizzata e inviando le sue risposte. Anche se distante dal mondo, vuole continuare a capirlo.