Ambiente Clima Futuro
18 giugno 2022 - 04 settembre 2022

AMBIENTE CLIMA FUTURO
di Roberto Rossi
Presidente della FIAF

Anche questa volta è successo. È arrivato al termine un altro progetto nazionale promosso dalla Federazione. Di solito è un processo lungo, non privo di rallentamenti, incertezze, stanchezze, anche.
E forse mai come questa volta tutte e tre le condizioni dette si sono manifestate. Il percorso è stato tanto più accidentato del previsto: una lunga pandemia ci ha portato lutti, distanza, grandissime problematiche economiche e un visibile sfaldamento di molte comunità impossibilitate a vivere la socialità. E poi le guerre che hanno continuato a insanguinare il pianeta, fino ad arrivare a una particolarmente a noi vicina con implicazioni che rischiano di essere devastanti per buona parte del pianeta.
Mi rendo conto che forse questo inizio non è dei migliori se ci si aspetta la celebrazione di un atto collettivo importante come quello che abbiamo realizzato insieme. Tuttavia quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni fa parte integrante del nostro progetto, perché esso è realizzato da persone attente alla contemporaneità. Tutti i fotografi lo sono: le immagini che scattiamo sono ritagli di spazio e di tempo, quello spazio e quel tempo che stiamo vivendo. In questo periodo noi amanti della fotografia non ci siamo chiusi in formazione di resistenza, opponendo agli eventi schermi di protezione.
Ci siamo invece aperti a nuove esperienze, ci siamo incontrati più stesso che mai nella rete, abbiamo realizzato un progetto sulla pandemia che è diventato una mostra importante, abbiamo vinto l'Art Peace Award, un premio prestigioso conferito, fin dal 2009, ad artisti impegnati a favore della cultura di pace. L’edizione 2021 aveva come tema: Le lezioni apprese nel corso della Pandemia Covid19. La commissione ha ritenuto di premiare la fotografia, maestra nel raccontare questo momento storico, e la FIAF per il suo ruolo fondamentale per la Fotografia Italiana. La nostra Federazione è stata riconosciuta come l'istituzione più rappresentativa delle capacità espressive e documentali proprie della fotografia: una conquista che ci viene da un continuo lavoro di valorizzazione del racconto umano e sociale, realizzato sia da grandi autori sia da fotoamatori. Ma voglio soffermarmi sulla parola del premio, Peace, che ci riporta al momento attuale e al significato che questo progetto, in questo momento deve avere per tutti noi. Noi lavoriamo per proporre, per comprendere e condividere.
Lavoriamo insieme, raggiungiamo risultati inaspettati da molti e proprio perché siamo tanti, differenti, distribuiti su tutto il territorio nazionale, ma uniti. 
In altre parole noi lavoriamo con i fondamenti che sono alla base dei principi di pace:  rispetto, solidarietà, armonia. Di pace c’è bisogno anche per affrontare i temi ambientali. Immergermi per oltre tre mesi nelle immagini che avete mandato è stata una grande lezione di lettura di tanti ambienti e di tante problematiche diverse, una sorpresa sulle capacità di utilizzo di linguaggi fotografici così diversi, un continuo moto di orgoglio per la comunità federativa, capace di rigorosi approfondimenti.
Ho provato rabbia per le devastazioni che avete rappresentato, nostalgia per il paesaggio che cerchiamo di salvare, entusiasmo per le azioni virtuose, speranza per i giovani che si ribellano alle azioni distruttive e cercano una reazione che li porti al centro delle attività decisionali. Come vedete nella prima parte il nostro habitat è visto dall’alto, come fossimo astronauti che ogni volta si meravigliano della bellezza, della vastità, dell’incongruenza, delle forme che ci rendono piccoli e che ci fanno comprendere chi sia, davvero il più forte: è il genere umano a doversi adattare, a dover cambiare, perché la natura si trasformerà e potrà forse farne a meno. I capitoli che seguono sono ritmati da immagini astratte che richiamano l’idea delle sezioni trattate.
Sono mondi di senso, intrecci, pretesti che rappresentano il confluire degli argomenti l’uno nell’altro, nell’organismo complesso e affascinante che è l’ambiente, nel rapporto d’amore e conflitto che il genere umano ha con la natura. Così fluidamente abbiamo cercato di partire dall’aria e dall’inquinamento atmosferico, per passare ai paesaggi naturali e alla nostalgia che percepiamo di fronte alla forza immane delle opere d’arte dipinte dalla natura. Il grande tema dell’abbandono, dell’incuria delle forme umane e della riappropriazione da parte della vegetazione si trasforma nella rappresentazione dei territori malati, feriti profondamente dalle esigenze di sfruttamento. Il territorio urbano ha un suo fascino non sempre inconsapevole: i nostri autori hanno cercato lo stridore di una inconsulta occupazione di spazio, ma anche le inattese armonie tra mondi che parrebbero inconciliabili.
Poi c’è il mondo dell’acqua nelle infinite declinazioni dell’uso, del recupero, della protezione, del governo e dello studio che sfocia però nelle tragedie delle devastazioni a causa di eventi derivanti dai cambiamenti climatici: inondazioni, tsunami, tempeste, incendi (purtroppo e troppo stesso anche di natura dolosa). Il riciclo e il recupero si mostrano nelle forme più sorprendenti, anche quando banali: è la voglia di vivere e di far rivivere, la nuova vita che tutti speriamo di poter guadagnare è una forma di speranza e una rilettura di prodotti usati e usurati eppure capaci di adattarsi a nuovi usi con la sapienza di una industria attenta, di un artigiano, del cittadino rispettoso. Infine l’energia prodotta da fonti rinnovabili, la vera scommessa del futuro e i comportamenti virtuosi raccolti in microstorie di passione e volontà. Nel mezzo c’è la protesta degli ultimi anni, purtroppo spenta dalla pandemia, ma che ritornerà, certamente, più forte di prima. Dobbiamo finire con un segno di speranza, con l’idea che i nostri sforzi ci saranno e non saranno vani. I giovani sorridenti che immaginano il futuro coi loro disegni, un giardino di arte contemporanea a dimostrare che tecnologia e poesia possono e debbono convivere a servizio del mondo naturale di cui l’uomo fa parte e poi l’impegno di ognuno in un grande mosaico sul quale tutti dobbiamo posare la nostra tessera.
Ce la possiamo fare.
Cominciamo da adesso.