di Claudio Pastrone
È un’affermazione impegnativa, una vera e propria manifestazione di fede, soprattutto se viene da chi, come la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e il Club Fotografico AVIS Bibbiena, promuove e organizza un evento rilevante legato alla fotografia.
Gli occhi come sguardo, come visione personale, sono infatti l’imprescindibile base sia per l’attività creatrice di un autore fotografo, che da lì parte per la realizzazione dell’opera (1), che per quella speculativa dell’osservatore. Quando poi questa frase diventa il titolo di una manifestazione biennale giunta ormai, dopo 22 anni, alla quattordicesima edizione, da una parte si carica di un significato considerevole di stimolo agli autori a proporre i propri lavori, nel caso specifico sotto forma di insieme di fotografie organizzate come progetto per un libro (sezione Percorsi) o confezionate come autoedizione (sezione Autoedizione), dall’altra diventa un invito e una dimostrazione di fiducia nelle capacità di analisi dello spettatore, che vorrà guardare con attenzione le opere prodotte.
Con buona pace di chi profetizzava che l’avvento del digitale e soprattutto del predominio incontrastato del WEB avrebbero potuto dare un duro colpo anche all’editoria fotografica, il numero e la qualità dei lavori inviati al vaglio dei selezionatori testimoniano il contrario: la giuria composta dal Presidente FIAF Roberto Rossi con Silvano Bicocchi, direttore del Dipartimento Cultura FIAF, Grazia Dell’Oro, direttrice della nella casa editrice emuse, Antonella Monzoni, fotografa e vicedirettore editoriale di Gente di Fotografia, Cristina Paglionico, direttrice di FOTOIT, e Claudio Pastrone, direttore del Centro Italiano della Fotografia d’Autore, ha preso in esame, per la sezione Percorsi, 58 opere di 60 autori, e, per la sezione Autoedizione, 32 opere di 32 autori.
Novanta lavori in tutto, non pochi anche considerando gli ambiti premi offerti i vincitori: la stampa di 500 copie per la sezione Percorsi, inserite nella collana delle Monografie FIAF, che quest’anno ha visto primeggiare l’opera Il popolo di boschi di Gabriele Tartoni, e la stampa di 100 copie per la sezione Autoedizione, vinta dal volume Today is all my tomorrows di Alessandro Mazzola.
La premiazione del concorso che si tiene al Teatro Dovizi, è l’occasione per conoscere tutti gli autori premiati e assistere alla presentazione dei libri vincitori delle due sezioni, mentre al CIFA il pubblico può ammirare anche una sintesi dei lavori a cui sono stati assegnati i premi ex-aequo delle due sezioni. Crediamo ai tuoi occhi è inserito nel contenitore Fotoconfronti, giunto alla ventitreesima edizione. A rimarcare l’importanza che gli organizzatori attribuiscono all’editoria fotografica, nei due giorni della manifestazione si tengono una serie d’incontri sull’argomento: dalle presentazioni dei libri L’Uomo fotografico. Cultura della fotografia contemporanea saggio di Fabiola di Maggio, a Drop In – Cadere dentro di Serafino Fasulo, a Il mosaico del mondo. La mia vita messa a fuoco autobiografia di Maurizio Galimberti con Denis Curti, a Errante con poesie e fotografie di Emiliano Cribari, fino alla presentazione della rivista Gente di Fotografia e dell’incontro a tema Fotografia e Editoria. Forme, origini e futuro a cura di Claudia Ioan, direttrice del Dipartimento Didattica FIAF.
Nei due giorni della manifestazione si tiene sempre al CIFA il consueto appuntamento con le letture portfolio, l’ottava tappa, quella Bibbienese, di Portfolio Italia. Gran Premio Fujifilm 2022. Gli undici prestigiosi lettori dialogano con gli autori che sottopongono i propri lavori e scelgono i due portfolio vincitori di tappa. E infine, ma non ultimo per importanza, la serie di mostre di Fotoconfronti Off, curata dai soci del Fotoclub Avis Bibbiena. Sparse in vari locali del centro storico di Bibbiena, contribuiscono a completare e vivacizzare la manifestazione.
(1) Nell’uso generale della fotografia la maggior parte delle opere realizzate non prescinde dall’osservazione preventiva dell’oggetto o del soggetto fotografato da parte dell’uomo, salvo casi particolari come, per esempio, scatti casuali senza guardare nel mirino o realizzati da apparecchiature automatizzate come quelle di sorveglianza.