L'esposizione fotografica curata da Roberto Rossi, Presidente FIAF è un omaggio ai 75 anni di fotografia del grande Autore, da sempre amico dell’Associazione, nell’anno in cui anche la FIAF festeggia il 75° anniversario.
La mostra “Nino.75” raccoglie una selezione di più di 220 lavori che percorrono tutto l’arco della storia professionale del grande Autore e la varietà e la complessità del suo linguaggio visuale, che ha continuato ad evolversi e ad arricchirsi, come la fotografia che lo accompagna da sempre.
Dalle fotografie realiste degli anni Cinquanta, cariche del desiderio di riscoprire un’Italia finalmente libera, dopo la guerra, alle sperimentazioni Off-camera realizzate già nel 1948, dove emerge l’interesse dell’autore verso l’atto e la materia fotografica (carta fotosensibile, liquidi di sviluppo e fissaggio), in tangenza con l’informale pittorico di quegli anni e i lavori più contemporanei degli ultimi anni Duemila.
Sperimentare per Migliori equivale a vedere la realtà da prospettive differenti, è un modo di pesare le possibilità dello strumento ma anche quelle dell’immagine. La stessa linea di pensiero ritorna anche nella serie dei “Muri”, iniziata negli anni Cinquanta e portata avanti fino agli anni Settanta.
L’alterazione causata dall’azione diretta sulla matrice fotografica, legata al gesto, come nella produzione Off-camera, è alla base anche della serie delle “Polapressure” degli anni Ottanta, in cui Migliori incide le polaroid in fase di sviluppo, alterando così i cromatismi e la resa finale della fotografia.
La sua scrittura fotografica, in alcuni lavori, include l’elemento del tempo combinato a quello della gestualità. Nella serie “Cuprum” (2015) ad esempio fotografa dall’alto alcuni tavolini di rame di un pub londinese. Queste immagini, fotografate in digitale, ricordano le Ossidazioni Off-camera, ma seguono un processo generativo diverso: dal gesto diretto dell’autore sulla matrice fotografica a quello di altre persone su un supporto che diventa la base dell’immagine.
Quella di Migliori è una narrazione estesa che abbraccia anche i luoghi dell’immaginario collettivo, come il cinema e il teatro, nei quali l’immagine prende forma nella mente delle persone. Nella serie “Cinema Modernissimo” (2017) realizza lavori dal sapore futurista, in “Oltre il Sipario” (2019) racconta invece la macchina teatrale del Comunale di Bologna, il dietro scena, quello che lo spettatore non vede ma che determina lo spettacolo.
La mostra presenta, inoltre, sei lavori inediti di cui un’opera singola realizzata a febbraio di quest’anno.