Arizona, Phoenix, 1979
Franco Fontana nasce a Modena nel 1933.
La fotografia a colori, dalla fine degli anni ‘60, ha in Franco Fontana probabilmente uno dei sui esponenti più emblematici: la sua prima personale nel 1968 a Modena presenta i primi studi dell'artista sul colore, lo spazio, la forma e la ricerca sulla luce. La sua serie più famosa "Landscapes" appare per la prima volta nel 1970 nella personale a Palazzo dei Diamanti di Ferrara: in queste opere la sensibilità cromatica e la capacità di rilevare le nascoste geometrie dalla natura sono fuse in una sublime sintesi visiva. Fontana isola da una sequenza di forme, linee e colori, quegli elementi che costituiscono l'essenza dello scenario naturale: elementi che, mutando con la luce e le stagioni, sono i soli a sostenere l'armonia della costruzione. In questa analisi astratta Fontana è stato gratificato dall'importante accostamento a pittori quali Tobey, Rothko, Poliakoff, ecc.
Nel 1979 un viaggio negli Stati Uniti lo obbliga a confrontarsi con ambienti urbani profondamente differenti dalla sua esperienza; ciò che egli vede è un sorprendente paesaggio apparentemente caotico e disarmonico: tuttavia, anche qui, emerge la sua personale capacità di isolare gli elementi più significativi dal bombardamento dello stimolo visivo. Le sue città sono la negazione della metropoli, con l'annullamento di tutti i caratteri identificativi: auto, cartelloni pubblicitari, masse in movimento: immagini che riscoprono ancora una volta la profonda intimità dei luoghi.
In queste opere "Urban Landscape" la figura umana non appare mai e i temi cromatici e geometrici sono ancora predominanti. Solamente con la serie "Presenza Assenza" (fine 1979-1982), la presenza umana è suggerita come un'ombra immateriale e inquietante che gioca tra gli elementi architettonici e rovescia le prospettive. Le ombre, più eloquenti della nostra presenza fisica e simbolo dell'inconscio, enfatizzano i riferimenti alla pittura metafisica italiana (De Chirico, Savinio...).
Non è quindi una coincidenza che nell'ultima esplorazione di Fontana delle città americane, vi siano spesso individui accompagnati dalla propria ombra che suggeriscono ancora una volta, attraverso differenti rappresentazioni, l'insondabile mistero della nostra natura. Nello stesso tempo, questo lavoro "Sorpresi nella luce americana" (2001) è un omaggio alle atmosfere pittoriche di Edward Hopper ed alla solitudine degli alienati e umili protagonisti della vita metropolitana.
Dal 2000 ad oggi prosegue una ricerca sul microcosmo di segni e frammenti tipici delle pavimentazioni metropolitane (“Asfalti”). Fontana ha partecipato a workshops e conferenze al Guggenheim Museum di New York, all'Institute of Technology di Tokyo, alle Università di Toronto, Roma, Parigi, Barcellona… È inoltre stato curatore di molte campagne pubblicitarie per Fiat, Volvo, Volkswagen, Sony, Versace, Canon, Kodak ecc. Le sue opere sono normalmente realizzate in formato 40x60 e 70x100 cm.