Portfolio Italia 2017
25 novembre 2017 - 04 febbraio 2018
Valentino Guido
Ludibrium-diseconomia del Sud

di Pippo Pappalardo

La proposta dall’Autore non può esaurirsi nello scherno o nell’umiliante derisione per lo squilibrio economico del nostro Sud. Il fotografo muove da questa premessa. Poi, individuato il “cosa” di cui parlarci, adotta un linguaggio non solo aderente a ciò che vuole rappresentare, ma esso stesso (la specificità del linguaggio) rende soggetto e oggetto della rappresentazione. Il “cosa” e il “come” della sequenza si fanno, così, speculari e complementari. Un “labirinto sociale” davanti agli occhi non consente la visione chiara e nitida dei fatti e dell’idee dell’economia sicché lo squilibrio fra forze umane e risorse utilizzate fa apparire deludenti risultati ottenuti. Eppure la visione s’era munita delle migliori lenti come delle più sofisticate attrezzature, e aveva diaframmato regolando la sensibilità giusta, cercando il fuoco nella composizione e “nascondendo in prospettiva” la più ambiziosa speranza. Non aveva, però, tenuto conto del tempo, che, in fotografia, è la “cosa” più importante. Anche Valentino Guido ne è consapevole. Si cimenta, allora, in una rappresentazione che non ha più il crònos o il kàiros dei suoi antenati della Magna Grecia ma, più semplicemente, il tempo lungo e modulabile tra l’istante e l’eternità. S’inventa una macchina tutta sua (una latta?), con un foro stenopeico e lascia aperto quell’occhio per duecento giorni; decide di coniugare il presente della sua visione estendendone i confini sul passato (quindi sulla memoria) e sul futuro (quindi sull’attesa). Suggerisce di restare svegli affinchè il “sonno della ragione non generi mostri”. Lo strumento fotografico ritorna, così, alla definizione di “trappola” per il tempo. Se il “cosa” e il “come” del progetto fotografico avevano, credo, l’entusiasmo del progetto e dell’avventura, il “perché” della sequenza si risolve nella constatazione di un evidente disagio, forse di un’irredimibile sfiducia. ccorre, allora, che il ludibrio ceda all’incoraggiamento: se il sole uscirà da quel cielo immobile, noi, anche se con poco, saremo pronti a dargli il benvenuto.

Biografia 

Nel 2006 si aggrega all’associazione culturale fotografica ArteaParte di Paola e contemporaneamente alla FIAF. A Reggio Calabria nel 2010, alla lettura di portfolio organizzata dal circolo Vanni Andreoni, vince il Primo Premio e anche il premio giovani; a Ravenna riceve il “diplome d’honneur, honorable mention Image Sans Frontière” partecipando al concorso fotografico “il mosaico” e vincendone il premio giovani; a Valverde (CT) alla finale del circuito Orizzonte Portfolio si aggiudica il premio giovani. Nel 2012, il fermento di una nuova vita, quella coniugale, lo spinge a ricercare nuove tecniche.  Questo fa sì che arrivi terzo al Campionato Italiano di Fotografia Naturalistica nella categoria “creatività in natura”. Nello stesso anno sale sul secondo gradino del podio al concorso Giovani Fotografi Calabresi, indetto dalla FIAF Calabria. Nel 2014 viene insignito dell’onorificenza nazionale “AFI” (Artista Fotografo Italiano) a Cesenatico, durante il Congresso Nazionale. Contemporaneamente viene nominato dal nuovo consiglio nazionale FIAF, Delegato Regionale per il triennio 2014-17. Il 6 luglio una sua foto intitolata “magica notte” viene scelta per omaggiare l’astronauta italiano Umberto Guidoni. Nel 2016 realizza “Ludibrium – diseconomia del Sud”, un progetto concettuale sperimentale che racconta mediante delle lunghissime esposizioni (200 gg) i fallimenti progettuali dell’economia. Questo lavoro si aggiudica la 2° tappa del circuito “Portfolio Italia 2017", 14° Fotoarte tenutasi a Taranto.