Portfolio Italia 2017
25 novembre 2017 - 04 febbraio 2018
Pasquale Autiero
Lasciare libero il passo, anche di notte

di Tullio Fragiacomo

Mai come nel ritratto (con le sue molteplici vite parallele), le dinamiche del contesto entrano nel meccanismo della relazione (di un presente di allora, ora passato) fra il soggetto e il fotografo, realizzando non “il” ma “un” profilo specifico. Verrebbe da dire che ciò che è stata vita condivisa nell’atto fotografico si ripresenta in un divenire storicizzato ai nostri occhi. Ogni fotografia ci pone davanti all’inalienabile consistenza di un momento nel quale è esistita l’azione, lo scatto e in ciò ritroviamo, in altri tempi, l’anima di una verità indubitabile (Barthes, 1980). Questo tipo di immagine, appare come un tentativo più o meno consapevole di riprodurre fedelmente l’aspetto di una persona. Qualunque sia la modalità con la quale si realizza tale opera, si manifesta sempre un desiderio di riconoscibilità che non può prescindere dallo sguardo fotografico. Il fotografo, infatti, ha una propria idea del soggetto che coniuga ridefinendo il dialogo con l’ambiente circostante, secondo i propri accenti espressivi. Il lavoro “Lasciare libero il passo, anche di notte” di Pasquale Autiero sembra non poter rinunciare al passato intriso di simboli socialmente strutturati e condivisi, ma al tempo stesso prova a separarsene attraverso le figure che ritrae nella loro contemporanea inquietudine. Gli sguardi e gli atteggiamenti possono così liberarsi dalla narrazione del contesto fissando loro stessi nel presente. Nella nostra epoca postmoderna si sono costantemente indebolite le corrispondenze culturali dei luoghi attraverso una frammentazione continua, una trasformazione, talvolta una rinuncia al riconoscimento generazionale degli elementi iconici divenuti, nel tempo, identitari e ora relegati a simulacri. Al tempo stesso il teatro della vita si riempie, oggi più che mai, di attori altrettanto postmoderni, inconsciamente impegnati a ridisegnare i contesti dell’esistenza con nuove relazioni e significati, mostrando altri frammenti di una diversa identità culturale e collettiva.

Biografia

Muove i primi passi nel fotogiornalismo collaborando con l’agenzia Graffiti Press di Roma. Dopo diverse esperienze all’esteromatura una visione artistica più ampia. Nascono così le sue prime serie fotografiche, Asylum e Canto Notturno, attualmente parte dell’archivio del Centro Italiano della Fotografia d’Autore e premiate all’interno dei Festival di fotografia, rispettivamente di Corigliano Calabro nel 2013 e di Castelnuovo di Porto nel 2014. Dal 2013 partecipa al Darkroom Project di Luciano Corvaglia. Nel giugno 2014 la sua prima personale alla galleria Frame Ars Artes di Napoli, a cui succedono prima nell’aprile 2016 quella presso la Galleria Essearte di Napoli e poi quella al Palazzo delle Arti (PAN) sempre di Napoli in gruppo con Andrea de Franciscis e David De La Cruz, nel novembre di quell’anno. Nella mostra Epifanie, risultato del percorso fotografico iniziato nel 2014 all’interno del Laboratorio Irregolare di Antonio Biasiucci, espone il suo ultimo progetto “Lasciare libero il passo, anche di notte” allo SMMAVE, centro per l’arte contemporanea (Napoli) e subito dopo alla Galleria del Cembalo (Roma) entrambe nel giugno 2017. Questa ultima serie fotografica viene premiata al Trieste Photo Festival 2017. I suoi lavori sono stati pubblicati all’interno di numerose riviste e fanzine, tra cui flow magazine, Fotoit e witty kiwi magazine.