Il popolo dei boschi
Opera Vincitrice - Sezione Percorsi
Si fanno chiamare elfi.
Vivono in comunità, nel cuore dell’Appennino tosco-emiliano, in mezzo al bosco, a circa 1.000 m di altitudine.
I primi sono arrivati qui circa 50 anni fa, provenienti da varie zone d’Italia e da altre nazioni.
Hanno trovato dei vecchi casolari in abbandono totale e li hanno occupati, riadattandoli piano piano ad un uso essenziale e hanno costruito altre strutture abitative con materiali trovati sul posto (pietre e legname ma anche argilla, paglia e felci). La comunità è composta da circa 70-80 persone distribuite su quattro piccoli villaggi e altre quattordici case coloniche. Non c’è collegamento alla rete elettrica e il riscaldamento e la cucina funzionano a legna.
Avevano un’utopia: vivere insieme condividendo i beni di prima necessità, creando un’organizzazione tale da dipendere il meno possibile dal mondo esterno per non essere costretti a subire condizionamenti nel modo di vivere che si erano scelti.
Sapevano che questa ricerca della felicità avrebbe comportato disagi e fatica.
Abitando in mezzo al bosco hanno trovato facilmente la materia prima per risolvere il problema del lungo inverno: la legna. Per procurarsela è loro interesse procedere con tagli molto accorti perché ci sia sempre disponibilità.
Praticano allevamento di animali e coltivano i pochi terreni lasciati liberi dal bosco con cereali, patate, ortaggi. Alcuni spazi sono riservati a pascoli per il bestiame.
Si nutrono quindi, in parte, con quello che producono. Il resto lo acquistano all’esterno con il ricavato dei lavori stagionali svolti fuori dalla comunità.
Seguono i ritmi delle stagioni. In primavera iniziano i lavori nell’orto e in estate si raccolgono i cereali seminati in autunno, stagione in cui si preparano anche conserve e sciroppi da custodire in dispensa. L’inverno è dedicato in gran parte all’istruzione parentale: nell’età della scuola dell’obbligo i ragazzi studiano in comunità, per poi fare un esame presso istituti pubblici.
Hanno molti figli alla cui educazione dedicano tempo e impegno.
I ragazzi mostrano una particolare maturità, acquisita attraverso il dialogo e l’osservazione dei lavori manuali svolti dagli adulti. In pratica convivono insieme più generazioni ed ognuna contribuisce alla crescita o al sostentamento delle altre in un contesto generale di cooperazione.
Si evidenziano quindi almeno due aspetti positivi nella struttura sociale costruita da questa gente: il potenziamento del ruolo educativo dei genitori da parte della comunità (come avveniva in passato soprattutto nelle zone rurali) e l’utilizzo delle risorse limitato alle proprie necessità che si traduce in un’esistenza “ecologicamente corretta”.
Il lavoro è cominciato nel giugno del 2020. Le visite alla comunità continuano tuttora regolarmente per effetto della forte amicizia e affinità di pensiero che si è creata con molti di loro.
Gabriele Tartoni
Biografia
Nato a Vernio (PO) nel 1959, risiede a Prato (PO). È insegnante presso un Istituto Professionale Agrario di Pistoia; è sposato con Cecilia e ha due figli Francesco e Caterina. Ha iniziato a fotografare nel 2017 dopo aver partecipato ad un corso di fotografia organizzato dal Fotoclub “Il Bacchino” di Prato di cui è attualmente socio. Nel 2018 un suo lavoro sulla flora del Lago Bilancino di Barberino di Mugello sotto forma di video, è stato pubblicato sulla rivista online “Il filo del Mugello”. Lo stesso lavoro è stato pubblicato sulla rivista online “Agorà di Cult” della FIAF. Nel 2018 è stato selezionato per esporre a “Fotoconfronti OFF” di Bibbiena e al “Circuito Off” di Lucca, nel 2019 a “Mostre Diffuse” di Magliano Sabina; ha inoltre esposto a Montepiano nel Comune di Vernio e presso gli spazi del negozio Mohsen di Siena. Nel marzo del 2019 il suo lavoro “Metato” è stato pubblicato su “Agorà di Cult” della FIAF e poi premiato con la seconda posizione alle letture portfolio svolte nel corso del Convegno Regionale Toscano. Lo stesso lavoro è stato poi ampliato con la realizzazione di un libro fotografico realizzato in collaborazione con la Proloco di Piteglio e il Comune di San Marcello Piteglio (PT). Ha partecipato a una mostra collettiva dal titolo “Leonardo 500” con esposizione a Radicondoli (SI) ad agosto 2019, all’Accademia dei Fisiocritici di Siena a novembre 2019 e nel Salone dei Bardi del Comune di Vernio (PO) nel dicembre dello stesso anno. Nel febbraio 2020 il suo lavoro “Luci ed ombre” ha ottenuto la menzione alla manifestazione Livorno Photo Day 2020. Nel mese di luglio 2021 il suo lavoro “Come in una bolla” ha vinto il Premio “L’uomo e l’umanità” alla manifestazione “Penisola di luce” di Sestri Levante ed è stato esposto all’Aranciaia della Reggia di Colorno nell’ambito del “ColornoPhotoLife 2021”. Nel giugno 2022 ha partecipato al Corigliano Calabro Book Award con l’opera “Il popolo dei boschi”, ottenendo la Menzione d’onore. Con lo stesso lavoro, in formato portfolio, è stato segnalato alla manifestazione “Penisola di luce” di Sestri Levante, nel corso della tappa di Portfolio Italia 2022.