Portfolio Italia 2010
2 aprile - 29 maggio 2011
Fausto Podavini
MiRelLa
MiRelLa
di Luigi Erba
Rivedendo oggi il portfolio-racconto MiRelLa di Fausto Podavini, l’iniziale riflessione è di un lavoro quasi didattico, esemplare per i parametri costruttivi. Il primo elemento è quello del tempo della narrazione: la quotidianità di una giornata sempre uguale a se stessa. Inizio e fine. La moglie Mirella che accudisce il marito ammalato è una storia fatta di gesti che si ripetono, di luoghi anche comuni, ma non per questo non significanti. Ne scandiscono il ritmo. Televisione, immagine nell’immagine quindi, medicine, cibo, torta di anniversario sono punti di focalizzazione di un lavoro fortemente strutturato che ha bisogno anche così dei suoi tempi di pausa oggettiva. È ciò che ci si aspetta, niente di più. Ma nella scrittura in bianco e nero che riduce all’essenziale, in questo spartito musicale (dato anche dal titolo dell’autore) compare un altro tempo diacronico, il passato nella fragilità degli sfocati e nella spesso ricorrente presenza di diagonali. Lo specchio introspettivo, le immagini, le fotografie posate sui mobili segnano il ricordo che compare, scompare, ma non è sogno. È una protesi necessaria del quotidiano che esprime un’atmosfera quasi impalpabile con forti valori fotografici. In questo contesto poi si configura un altro degli elementi portanti, quello della dialettica con contentativi di estraniazione, di rifugio personale di Mirella: lo scrittoio, ancora la televisione, la religione. Ma il ritorno della situazione contingente è assoluto e le cose confermano quel reale a cui non si può sfuggire. Cambia anche il linguaggio dell’immagine: cibo, medicine, medicazione, il viso del marito nello sfondo omogeneo e assoluto di una parete domestica. Tutto come un ritratto.
Biografia
E' nato a Roma nel 1973. Si dedica principalmente alla fotografia di reportage. Ha conseguito il master di reportage all’Accademia di fotografia John Kaverdash ed ha frequentato corsi e workshop tenuti dai fotografi Dario De Dominicis e Francesco Cito. Si dedica al reportage di stampo sociale, anche grazie alla frequentazione di Officine Fotografiche. Con i lavori collettivi Ostiense25 e [IM]POSSIBILE, che l’ha visto impegnato in prima persona, ha esposto a Fotoleggendo 2006 e 2008 e al Festival Internazionale della Fotografia di Roma 2007. Oltre al reportage sociale, dedica particolare attenzione anche alla fotografia antropologica, seguendo numerose manifestazioni, religiose e non, per catturarne le tradizioni… Tra i riconoscimenti ottenuti si segnalano: Primo Premio nella sezione “Ritratto” nel Concorso Fotografico “Dopolavoro Monopoli di Stato”. Primo Premio al National Geographic Italia 2009 nella sezione “PERSONE”. Secondo classificato al National Geographic International 2009.