CittÃ
Il primo lavoro fotografico che ho fatto col cellulare è stato quello sui cani di Milano (canini.raybanhoff.com). Lo porto ancora avanti anche se dopo qualche anno ho cominciato a puntare il telefono su uomini e donne e sulla città. Non mi interessa il ritratto posato, solo lo scatto rubato. Per ora, ad esempio, non ho mai ritratto i padroni dei cani. Scattare col telefono mi ha dato il dono della quasi invisibilità e quindi piano piano ho trovato il coraggio per cominciare a fotografare uomini e donne. Agisco di soppiatto e ho sviluppato delle tecniche di scatto mie simulando di stare al telefono mentre fotografo. Ho sviluppato una sorta di voyeurismo compulsivo, scattando foto di donne in strada e accumulando migliaia di foto. Di pari passo ho cercato di usare il telefono ogni giorno per portarmi a casa istantanee di momenti vissuti in città. Milano è la mia cornice, la sua freddezza, la sua vastità per me che vengo da una provincia in mezzo ai campi, mi hanno inebriato. All’inizio scattavo solo persone di spalle, poi ho seguito la massima di Gilden: “Sono famoso per le mie foto da vicino. Più invecchio e più mi avvicino”. Attualmente credo che continuerò a scattare foto in strada fino al giorno in cui vivrò qui.
Biografia