Portfolio Italia 2012
8 dicembre 2012 - 10 febbraio 2013
Novella Oliana
Cadute

di Luigi Erba

Il lavoro di Novella Oliana “Cadute” ha una sua intima essenza nella complessità contemporanea . Qui la fotografia riesce a spostare il semplice referente dall’indagine-rappresentazione a quella del paesaggio come intimo riflesso della memoria, alla scenografia in sede di ripresa che assorbe cinema e teatro, all’impaginazione finale in cui l’aspetto grafico è simbionte dello scenografico verso quella dimensione del rapporto tra singolo scatto e polittico, che è alle radici della comunicazione iconica dalla preistoria al Medioevo. Rapporto anche con la dimensione dell’autoritratto, o meglio del proprio corpo che ha in sé un’insita essenza introspettiva come identità, auto narrazione, propria della fotografia soprattutto dagli anni settanta. “Cadute” va letto con i sui lavori precedenti o paralleli che si muovono in quella linea di demarcazione fra il “Sè” e il territorio (“Deat in light”, “Sospesi”, “Self confort zone”, “Room service”). “Cadute” ne supera il dualismo. E’ una simbiosi, e il territorio, abitato, vissuto come una sonda muove in senso verticale dall’alto in basso e viceversa; ma come Oliana dice, citando Rilke, la felicità non è un’ascesa. Un corpo, un velo che cade per rivivere al di là dello spazio e tempo, giocando con la foto singola , con la ripetizione che non è qui serialità, ma una diversa anima che si perde nella luce. Una luce consistente e leggera, quella mediterranea che ci riconduce nella storia della nostra fotografia per citare non solo Cavalli, ma il clima è più complesso di una trasparenza visiva leggera, ma fisica, comunque plurisensoriale, non estetica. Il lavoro di Novella ancora una volta ci informa della necessità contemporanea di uscire dall’alfabeto della foto singola, incorniciata una dopo l’altra per scrivere un racconto. Quella che ci circonda è una realtà stratificata, complessa, contraddittoria, direi polittica. Paradossalmente inserisce in queste antinomie apparenti la memoria, come un’acqua di una sorgente che prima non si vede, come in un deserto, ma è lì sotto i nostri passi, i nostri corpi.

Biografia

E’ nata a Trani nel 1978. Si laurea all’Università di Napoli “L’Orientale” in Lingue e Civiltà’ Orientali con una tesi in sociologia e semiotica dell’area del vicino e medio oriente e si specializza alla UB di Barcellona in cooperazione culturale internazionale. Si interessa più’ seriamente al linguaggio fotografico a partire dal 2007. Frequenta diversi corsi presso Officine Fotografiche, fra cui uno di reportage con Dario De Dominicis. E’ vincitrice di una borsa di studio per il workshop con Franco Fontana al Toscana Foto Festival nel 2011. Partecipa a diversi concorsi ed esposizioni collettive. Segue anche dei workshop, fra cui uno con Silvia Camporesi e Joachim Schmid. Espone presso la Galleria Gallerati di Roma e il suo lavoro è vincitore del Primo Progetto Portfolio indetto dalla galleria stessa nel 2011-2012. Nel 2012 vince il primo premio “Epson Le Logge” al Toscana Foto Festival con il lavoro “Cadute”. Predilige un approccio concettuale ed emotivo, dal momento che non fotografa quello che vede ma quello che pensa e sente. Vive e a Roma dove fotografa senza fretta ma senza sosta e lavora in una missione diplomatica straniera.