Portfolio Italia 2009
20 marzo - 23 maggio 2010
Patrizia Riviera
I give up: l'ultimo viaggio - il sogno

di Lorenza Biasetto

A cosa rinuncia qui Patrizia Riviera? Cosa “smette di fare”? Quale speranza o fede vengono meno, e rispetto a cosa?
“I give up”, letteralmente “io rinuncio”, è la storia di una vita, di un percorso interiore ed umano, fatto di lotta e resistenza che ad un certo punto cessano. Un viaggio caratterizzato dall’ostinata opposizione alla durezza della vita e agli ostacoli che costantemente ti si parano davanti. Ma, a un dato momento, le forze si esauriscono e lasciando il posto al piacere indefinibile dell’abbandono e della dimensione onirica. 
Proprio il sogno rappresenta la cifra di questo lavoro concettuale. Non solo stilistica. Qui contenuto e forma sono un tutt’uno: nella ripresa fotografica vengono meno la definizione dei dettagli del quotidiano, la visione oggettiva dei luoghi e delle azioni; nella percezione intima si sciolgono gli affanni, la frenesia, i crucci di un’esistenza che noi tutti ben conosciamo, i cui ritmi insostenibili poco spazio lasciano ad una riflessione consapevole sul senso del vivere. Un leopardiano “dolce naufragare”, una ossimorica “resistenza passiva” di matrice orientale, il maturo raggiungimento della posizione esistenziale e filosofica del saggio. La reminescenza classica è fortissima: nella mitologia greca e romana l’oblio è associato al fiume Lete, che conduce all’oltretomba e disseta le anime dei defunti che desiderano dimenticare i dolori della vita terrena. Del resto, Patrizia Riviera ha molto da dire circa le profondità della ricerca spirituale e la forza del mezzo fotografico quale strumento di indagine dei più remoti recessi dell’anima. Non solo per la singolare esperienza professionale che la vede lavorare, in veste di fotografa-terapeuta, in ambienti psichiatrici. Ma anche per il denso percorso di fotografa-donna, che ha abbracciato fin dai primi scatti una fotografia concettuale tutta interiore.
 
Biografia
Nasce a Milano nel 1956, vive a Bergamo. Inizia a fotografare nel 1992 frequentando la scuola “Donna Fotografa” di Giuliana Traverso. È una fotografa di reportage sociale e di ricerca creativa, interessata soprattutto all’emarginazione, alla solitudine e al senso di non appartenenza. La sua ricerca è il suo mondo e il suo incubo, lei che da sempre vive ai margini della realtà. Insegna fotografia in laboratori terapeutici, educativi ed espressivi a persone che soffrono di patologie psichiatriche. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Tra queste si segnalano: “Giovani e Sconosciuti” a Spilimbergo, a  cura di Italo Zanier; “L’altra città (No Fashion Lives)”, sulla vita nelle periferie di Milano, Palazzo della Triennale di Milano, 2000; “Liberamente in Patagonia”, il viaggio di 5 malati di mente in Patagonia, a cura di Roberto Mutti, Bergamo 2002; “Close-Ups : Premio Europeo Donne Fotografe” 2003/2004 di Prato. Nel Luglio 2009 una sua foto è esposta ad Arles (40 Ans de Rencontres) nella mostra di Robert Delpire “Nouvel Observateur Special Photo/8: Tout Seul”. Tra i riconoscimenti si segnalano: il 1° Premio Miglior Portfolio nel 1999 al Toscana Foto Festival di Massa Marittima (GR); nel 2001 alla 6° Internazionale di Fotografia di Solighetto (TV);  la Menzione d’Onore nel “Women in Photography International’s  20th Anniversary Juried Exibition”  di Los Angeles; nel 2009 il 2° premio al “Premio Internazionale Rovereto Immagini”. Sue fotografie fanno parte della collezione fotografica della Bibliothéque Nationale de France a Parigi.