Portfolio Italia 2020
15 maggio 2021 - 04 luglio 2021
Maurizio Fantone
Pridnestrovie, la Nazione che non c’è

di Umberto Verdoliva

La Repubblica Moldava di Pridniestrov o Pridnestrovie chiamata Transnistria è uno “stato indipendente” non riconosciuto dai Paesi membri dell’ONU, situato tra la Romania e l’Ucraina, considerato parte della Repubblica di Moldavia. Transnistria significa “oltre il Dnestr” il fiume (Nistro) che segue il profilo del confine tra la regione Moldava e l’Ucraina, spesso nel tempo linea di demarcazione fisica di veri e propri conflitti, non solo politici, per possibili sovranità nazionali.
Il viaggio in una regione come Pridnestrovie, lungo il fiume Nistro, è essenzialmente frutto di un desiderio di conoscenza molto personale dell’autore, quello di scoprire luoghi e realtà sociali sicuramente differenti dalle proprie conosciute e vissute. Il senso di un viaggio è influenzato dal tipo di storia che man mano nasce, non sempre è prevedibile e coerente con il “perché” lo si è intrapreso, solo nel tempo esso prende forza e consapevolezza, lasciando all’autore la scelta della costruzione, la variazione tematica ma soprattutto la decisione di considerarlo concluso.
Sappiamo di progetti che durano una vita ed altri, come quello di Maurizio Fantone, il susseguirsi di brevi viaggi nel territorio Moldavo tra il 2010 e il 2016. Entrambe le forme di narrazione possono avere la stessa intensità emotiva, una naturalmente prolungata e un’altra più breve ed immediata.
“Pridnestrovie, la Nazione che non c’è” è il racconto di un luogo la cui storia è poco conosciuta al mondo occidentale, quello di Fantone è uno sguardo poetico e luminoso su di un popolo a maggioranza di lingua russa la cui condizione umana sembra racchiusa in una sorta di bolla temporale intrisa di semplicità, alla ricerca costante di una propria identità ancora ad oggi agognata e lontana.
Le immagini che compongono il lavoro sembrano ripercorrere scene a noi italiani già note, come quelle del periodo post-bellico, dove la laboriosità dei contadini, i flussi migratori nelle grandi città, l’industrializzazione progressiva e l’idea di una ricostruzione non solo urbana ma soprattutto politica e morale, stava nascendo con forza. Le foto di Fantone mostrano condizioni di vita povere e scarne di un lento “progresso” impregnato di speranza nonostante tutto, la stessa che la nostra società industrializzata e ricca sembra, guardandosi indietro, averci fatto perdere per sempre.

 

Biografia

È nato ad Alba (CN) nel cuore delle Langhe nel 1966. La fotografia ha sempre fatto parte della sua vita, fin dalla giovane età quando, dopo aver ricevuto una fotocamera in regalo per i 14 anni, ha l’occasione di frequentare un corso di camera oscura, dove si lega indissolubilmente alla pellicola bianco e nero che ancora oggi utilizza con regolarità per alcuni suoi progetti. Ha sempre amato fotografare le persone: gli piace l’interazione con il soggetto e la socialità che ne scaturisce; usa la fotografia documentaria come genere per raccontare le sue storie. È stato finalista a diversi concorsi internazionali, tra cui il Travel Photographer of the Year e l’Epson International Pano Awards, oltre che due volte al Portfolio Italia. Suoi lavori sono stati pubblicati su diversi libri e riviste di settore.