Costellazioni
La società odierna dà al corpo il significato di “bella immagine”, involucro che deve essere necessariamente bello e sessualmente appetibile, prima ancora di essere un corpo presente, che sente e si esprime con l’altro. L’immagine del corpo si somma alle innumerevoli immagini di luoghi; immersi in un mondo virtuale, le persone sono ferme a condividere fotografie di esperienze non vissute realmente, amplificando il proprio ego e urlando agli altri il bisogno di attenzione, allontanandosi sempre più dalla propria identità e dal proprio sé.
Abituati e sommersi da immagini esplicite, non si ha più la padronanza nel guardare un’immagine, coglierne gli aspetti più profondi e significativi. Viviamo un’epoca che sempre più induce a guardare fuori, anziché dentro di noi. Per tali motivi, ho voluto interpretare il viaggio, non come possibili luoghi da visitare, ma come esperienza profonda, all’interno del corpo. I soggetti fotografati, hanno realizzato, attraverso l’ascolto e la scoperta del proprio corpo, i tragitti da percorrere, che si traducono nelle pose da loro scelte. Proprio perché ci stiamo disabituando ad immaginare, osservare e sentire la natura, il cielo e l’altro da noi, ho deciso di “mostrare” ben poco di questi corpi. Quando guardiamo il cielo stellato, grazie alla conoscenza e l’immaginazione che questa ci offre, riusciamo a creare percorsi, linee, che insieme alle stelle divengono vere e proprie immagini.
Le fotografie del progetto presentato vogliono evocare le costellazioni. Frammenti di corpo illuminano il fondo scuro, come fossero stelle, suggerendo il tragitto del corpo, che può essere percorso attraverso il viaggio della mente. Nella sua totalità l’installazione indica il firmamento, che nella complessa semplicità, stimola l’osservazione e il viaggio nella mente di chi osserva.