Vietato morire - Storie di ordinaria resistenza
Opera vincitrice
di Federica Cerami
“…per toccare un’altra anima umana, devi semplicemente essere un’altra anima umana”. (Carl Gustav Jung)
Prendo in prestito questo pensiero, dal padre della psicologia analitica, per aprire la porta al racconto fotografico “Vietato morire - Storie di ordinaria resistenza” e abbracciare, virtualmente, tutte le coraggiose donne che ne fanno parte.
Renata Busettini e Max Ferrero, animati da una forte carica di empatia e solidarietà umana, iniziano, circa cinque anni fa, a lavorare a questo progetto così intenso, entrando in contatto con donne di tutto il mondo accumunate da una storia drammatica che le ha portate vicino alla morte. Nel loro titolo vedo racchiusa l’idea che talvolta il caso può cambiare il corso di eventi destinati a un finale definitivo, dentro una scia di violenza inaudita ci può essere una svolta, portatrice di un messaggio, che riscrive la storia.
È proprio in questo inaspettato cambio di rotta che è racchiusa tutta la liricità di “Vietato morire”.
Agata, Anja, Filomena, Gloria, Ilenia e Giada, Monica, Paola, Pinky e Anna, testimoniano visivamente un principio importante, ovvero che il punto estremo della vita, che non dovrebbe mai essere varcato, talvolta può riportarti indietro e fare di te un testimone pronto a fare la differenza in chi avrà il coraggio di vedere. Questa è la storia di dieci donne che, per motivi diversi, sono andate oltre la soglia estrema di sopportabilità del dolore, fisico e psichico, ma sono ancora su questa stessa terra, per segnare il passo delle generazioni future che marceranno tutte assieme dentro un “mai più” gridato in coro.
Renata e Max hanno raccolto le parole di queste non-più invisibili donne e, nel silenzio dei luoghi da loro abitati, hanno fermato il tempo, costruendo una nuova memoria dei loro percorsi, iniziati nel dolore e poi migrati in una luminosa idea di riscatto sociale.
Fotogramma dopo fotogramma viene immediato pensare che l’atto di guardare, che precede ogni loro scatto fotografico, porta dentro di sé una pietas cristiana molto coinvolgente pronta a insegnare a noi spettatori ad andare oltre la nostra comoda quotidianità visiva e posare le emozioni non solo su forme rassicuranti ma, da oggi in poi, anche su chi ha bisogno di tutti noi per sentirsi al sicuro.
Guardare per accogliere è un gesto di grande fraternità che Renata e Max, con dolcezza, ci invitano a compiere, per proiettarci in un altrove che aiuti, chi non riesce a vedere più la sua luce, a uscire dalle tenebre dei non detti e del mancato amore, per trovare finalmente un po’ di meritata pace.
La loro indicazione conduce noi spettatori verso gli archetipi narrativi del “viaggio dell’eroe”, insegnandoci a fare tesoro delle possibilità di trasformazione insite in ogni percorso di vita, lasciando intendere che questa inaspettata esperienza può appartenere anche a tutti coloro che saranno in grado di presentarsi davanti alle loro fotografie con il cuore aperto, pronti ad accogliere i dettagli di ogni ferita visibile o invisibile.
Biografia Renata Busettini
Nata a Milano nel 1964 si trasferisce a Torino agli inizi degli anni ’80. Ha sempre avuto la grande fortuna di viaggiare molto e la fotografia è da sempre stata una sua buona compagna di viaggio. Nel corso degli anni la passione per i viaggi non è cambiata ma il viaggio non è più motivo di fotografare, la fotografia è diventata il motivo per viaggiare. Nel 2015 e 2016 ha seguito alcune delle rotte migratorie lavorando su reportage in Giordania, Grecia, Macedonia ed Italia. Nel 2020 è uscito il libro America Fi(r)st, reportage realizzato con Max Ferrero in quattro anni di viaggi durante i quali hanno raccontato attraverso le loro foto periferie, armi, confini; e dunque povertà, emarginazione, violenza, stragi nel nome del suprematismo o della discriminazione; l’acqua inquinata di Flint, nel Michigan e il muro al confine con il Messico.
Biografia Max Ferrero
Giornalista dal 1987, ha pubblicato su tutte le maggiori testate italiane reportage concentrati e specializzati nell’ambito della ricerca sociale. Servizi fotografici sulla guerra nell’ex Jugoslavia, il Kurdistan iracheno, il Centro America, l’immigrazione extracomunitaria, i nomadi, gli ospedali psichiatrici e le carceri sono stati tutti oggetto di pubblicazioni e mostre sia per Associazioni, Musei o Comuni quali: Torino, Milano, Lucca, Roma, Novara, Racconigi, Venaria Reale, Chivasso, Gaeta. Ha collaborato con le agenzie fotogiornalistiche: Lucky Star, Photodossier, Linea Press, Blow Up e AGF. Dal 2011 ha la cattedra di fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Novara e dal 2018 presso lo IAAD di Torino. Nel 2017 ha pubblicato il libro di tecnica base Tre gradi di profondità fotografica e nel 2019 il manuale di creatività La foschia dell’immaginazione. Nel 2020 è uscito il libro America Fi(r)st, reportage realizzato con Renata Busettini in quattro anni di viaggi durante i quali hanno raccontato attraverso le loro foto periferie, armi, confini; e dunque povertà, emarginazione, violenza, stragi nel nome del suprematismo o della discriminazione; l’acqua inquinata di Flint, nel Michigan e il muro al confine con il Messico.