Portfolio Italia 2015
28 novembre 2015 - 14 febbraio 2016
Nazzareno Berton
Anno 2014...largo ai giovani

di Giorgio Tani

Guardando questo portfolio di Nazzareno Berton, si può rimanere sconcertati, non una foto conseguente alla precedente, ma un gruppo di quattro immagini strutturalmente composte a bandiera e simili concettualmente: un’asta di tre che regge una quarta conclusiva e significativa che mostra un prodotto industriale, sistemato in ordine e pronto per la consegna. Ogni quartetto è simile all’altro nella struttura e nei significanti. In ognuno il protagonista è il carrello elevatore, comunemente detto “il muletto” perché la sua funzione è lo spostamento da un luogo all’altro di bancali, di contenitori, di prodotti inscatolati e così via. Credo che da quando è stata inventata questa macchina, con due corna che infilzano e sollevano, la sua forma non sia mai cambiata. Lo vediamo anche nella serie dei polittici che l’autore pone in lettura, non pochi e simili nella forma e nel contenuto, per cui sorge spontanea una domanda: perché queste ripetizioni? Cosa vuol dire, con queste, l’autore? Se cerchiamo di capirlo attraverso le immagini ci fermiamo forse alle prime sequenze e subito ci rendiamo conto che nascondono una verità quotidiana, di routine, ovvero il lavoro di una vita. L’introduzione dell’autore al portfolio, infatti, accende spiragli di comprensione e rende accessibile il percorso visivo e il messaggio che ha inteso dare. Quarant'anni di lavoro alle prese con una macchina che ha bisogno di cure come se davvero fosse un mulo da carico e che trasporta la materia prima e il prodotto finito destinato alla vendita. Berton sintetizza questo lungo periodo in un solo anno di attività, forse con nostalgia o forse con sollievo. Tante fabbriche, tante giornate, 24 polittici quasi uguali, come le macchine e i cicli di lavorazione. Come dire che il muletto e l’uomo hanno svolto la loro funzione. Gli anni e i giorni sono passati quasi uguali l’uno all’altro anche se cambiano i capannoni e i prodotti accatastati. E’ una biografia quella che stiamo guardando, che racconta una vita di lavoro non facile da sintetizzare in immagini che diventano memoria scritta. L’ultimo polittico ha la particolarità del selfie e cioè dell’autoritratto nel momento in cui la tuta da lavoro viene appesa per l’ultima volta e su un telo di plastica che copre un bancale si legge “è finita”. Due parole tanto attese e allegramente gridate, una volta, dai militari di leva con in mano il foglio di congedo e forse anche da Berton, dopo 40 anni dedicati alla riparazione di carrelli elevatori. Comunque, ora… sotto a chi tocca e, riprendendo il titolo del portfolio, “largo ai giovani”.

Biografia

Nato ad Asolo (TV) nel 1957, vive e risiede a Riese Pio X. Fotografa da oltre vent’anni. L’ambiente ed il territorio sono il primo “naturale” soggetto verso cui ha rivolto, e tuttora rivolge, l’interesse e l’obiettivo, ottenendo importanti riconoscimenti in numerosi concorsi in campo nazionale e, in qualche caso, internazionale. Più recentemente si è dedicato a ricerche sull’uso di tecniche “non tradizionali”, sulla rappresentazione di soggetti naturali di piccola dimensione. Iscritto all’Associazione Culturale Ezzelino Fotoclub, oltre a continuare la propria personale ricerca, dal 2009 sviluppa progetti comuni con Sergio Carlesso su temi relativi la rilettura del paesaggio e del territorio, con i quali è risultato finalista del Premio “Portfolio Italia” nel 2009, 2012 e 2014 e vincitore del premio “L’immagine sospesa/ Tre Oci Venezia” nel 2013.