Portfolio Italia 2018
24 novembre 2018 - 10 febbraio 2019
Giuliano Reggiani
Riportando tutto a casa

di Saverio Langianni

Passando sull’autostrada nella bassa padana si notano vecchie costruzioni diroccate isolate in mezzo ai campi. Se non si è presi dai pensieri, dalla fretta ci si può soffermare sul perché di tali costruzioni disperse siano in stato di abbandono. La memoria ci ricorda che quella distruzione è l’esito di un evento funesto. In quei territori il terremoto ha distrutto case e abitazioni storiche, chiese e posti di ritrovo. È questo l’argomento che l’autore sceglie e che tenta di rappresentare con immagini decadenti.
Ricordate la poesia “Lavandare” di Giovanni Pascoli? Quella che recita: “Nel campo mezzo grigio e mezzo nero resta un aratro senza buoi che pare dimenticato tra il vapor leggero...”. Nelle seconde foto di ogni trittico niente aratri, ma quello che è in corso di dimenticanza è la storia di chi ci viveva e che adesso ha dovuto abbandonare le proprie cose. Ma non è giusto dimenticare fino a che le forze ce lo consentono.
Le persone che Giuliano ci fa conoscere hanno almeno la stessa età della FIAF. Hanno vissuto in case che hanno dovuto abbandonare e sanno che non ci torneranno più.
Nei trittici di Reggiani c’è poetica ed estetica più che un’etica della denuncia. I soggetti hanno volti densi della vita che hanno vissuto. Si contano le rughe ma gli occhi pur stanchi in molti casi restano attenti; i ritratti sono giustamente in altonella disposizione verticale del trittico: loro sono i protagonisti della loro storia.
La terza foto del trittico è la soluzione non retorica del racconto. Il rudere della casa è raccolto tra due vite, una protagonista e una gregaria. Il cane è associato al padrone come compagnia e conforto quotidiano. La disposizione verticale è necessaria: non si possono mettere sullo stesso piano persone animali e cose. Reggiani infine fa un’altra citazione: il “Padrone e Cane” di Thomas Mann, col cane che si sceglie il padrone per somiglianza e ne condivide lo sguardo.
Veniamo così riportati alla casa della nostalgia ma la compartecipazione alla sofferenza avviene solo nell’intento dell’autore e nell’atto di fotografare: le sue foto mostrano più che altro dignità e consapevolezza.

Biografia

Ha iniziato a fotografare nel 2014 ed è diventato socio del Photoclub Eyes BFI di San Felice sul Panaro (MO).
È socio della FIAF dal 2015. È interessato principalmente alla fotografia sociale, sviluppata in forma di portfolio. Nel corso della sua attività fotografica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: 2015 Colorno Photo Life: 3° classificato con “Figlio di un cane”; 2015 FotoClub “Il Guercino” Letture Face to Face: 3° classificato con “Figlio di un cane” 2017 Gruppo fotografico DLF Pisa 1° Concorso Fotografico Ivan Tikcomirov “I diversi volti dell’immigrazione”: 1° classificato con “L’isola dei famosi”; 2017 Colorno Photo Life: Opera segnalata “Santa Maria del Pallone”; 2017 Photo Happening “Ivano Bolondi” Opera segnalata “Riportando tutto a casa”.