Portfolio Italia 2018
24 novembre 2018 - 10 febbraio 2019
Gemma Rossi
Ora et labora

di Renza Grossi

Rileggere il trascorrere del tempo attraverso la fotografia è un esercizio umano ed emotivo di grande intensità e non privo di inciampi. Scavare nella memoria familiare significa ricomporre dei meccanismi di cui, il più delle volte, non abbiamo completa consapevolezza.
Gemma Rossi lo ha fatto in un modo raffinato, rispettoso ed elegante, riuscendo a trovare una misura controllata nelle sue stratificazioni di immagini. Lo ha fatto raccontando quanto può essere affascinante e complesso un percorso a ritroso che fa riaffiorare ciò che ormai sembra destinato a scomparire.
Nel suo lavoro “Ora et labora” il presente ed il passato giocano a rincorrersi, si confondono, talvolta rifuggono l’uno dall’altro, lasciando emergere particolari significanti che raccontano volti ed oggetti, i quali, nella loro mancanza di definizione precisa perdono la caratteristica dell’individuale per diventare un simbolo universale.
Le piccole icone religiose, la macchina da cucire, le fotografie di sapore antico, sono documenti di vita vissuta e non dimenticata, di esperienze trasmesse di generazione in generazione, testimonianze di fede e realtà, di quel binomio preghiera e lavoro che fanno parte della nostra tradizione culturale. La scelta di rendere queste immagini quasi prive di consistenza materiale, ma fortemente evocative, attraverso l’uso di una desaturazione sapientemente misurata, ci apre la strada verso la dimensione magica della fotografia.
I luoghi sono importanti almeno quanto gli oggetti. Ed ecco allora che la casa, la porta, lo spazio privato, quello dei piccoli gesti che raccontano il calore del nido familiare, riemergono con evidenza, ed acquistano forza proprio grazie alla disconnessione temporale delle fotografie. Sì, perché è il tempo che domina in questo lavoro, il tempo che non è stato dimenticato, quello privato, quello intimo, che ha il ritmo della preghiera e la forza morale del lavoro. Ma è anche il tempo di Gemma, che recupera e salva dall’oblio i ricordi grazie alla macchina fotografica ed al sottile gioco delle sovrapposizioni.

Biografia

Ha 35 anni e vive a Taranto. La passione per la fotografia le è stata trasmessa dal padre, condividendola successivamente anche col marito. Si definisce autodidatta e da 10 anni è socia del circolo fotografico il Castello di Taranto, dove per 4 anni ha ricoperto il ruolo di segretaria all’interno del direttivo. Ha partecipato a numerose letture Portfolio in giro per l’Italia ottenendo lusinghieri apprezzamenti. Ha esposto in numerose mostre collettive e l’8 marzo 2018, grazie al curatore Domenico Ruggiero, è stata inaugurata a Milano la sua prima mostra personale: “Io sono al buio”, presso la galleria Joe Penas, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Fotografia. Alcuni suoi lavori sono stati pubblicati sulle riviste EyesOpen, Reflex e su Fotoit.