Portfolio Italia 2018
24 novembre 2018 - 10 febbraio 2019
Ilaria Sagaria
Il dolore non รจ un privilegio

di Cristina Paglionico

La violenza lascia segni indelebili e cicatrici profonde anche quando queste non si vedono con gli occhi. La violenza cerca di annullare l’idea che si ha di se stessi, mina la determinazione, sconvolge la coscienza, isola. Analizzare i motivi del perpetuarsi della violenza significa lavorare sulla civiltà, sul rispetto, sull’equità: su tutto quanto, una volta affermato, trasformerebbe il mondo in un luogo degno e giusto. L’aggressione con acido è un sistema facile da usare (le sostanze adatte sono purtroppo tante e moltissime sono facili da reperire), dall’effetto certo e dalla tecnica elementare. Come tutte le forme di violenza sono proprie dei vili. Le prime statistiche ci dicono che proprio in Italia i casi di attacchi con acido sono più che triplicati dal 2013, passando dagli 8 casi registrati nel 2013 ai 27 dello scorso anno (1).
Il lavoro fotografico indaga sulla condizione delle vittime che debbono convivere con le loro terribili menomazioni: brutalmente alterato è l’aspetto del viso, gravi i problemi per la vista e per l’udito. Gli effetti psicologici sono altrettanto devastanti: completamente stravolta e per sempre la già difficile armonia tra il mondo interiore e il corpo. L’autrice opera su una scenografia essenziale, sui vuoti, sulle metafore. Bende, tendaggi, leziose vesti, luci sapientemente diffuse sono l’asettico spazio dentro il quale la vita sembra essersi fermata. Quel vuoto edulcorato da sapori antichi e rassicuranti è silenzioso e inospitale, privo di riferimenti personali, di contemporaneità, di futuro. Il dolore non è un privilegio, come scrive Cesare Pavese: il dolore è una cosa bestiale e feroce, banale e gratuita, naturale con l’aria (2).
Il dolore della vittima, oltre quello fisico, oltre quello legato alla necessità di costruirsi una differente identità che tenga conto delle mutate condizioni dello spirito e del corpo, ci porta alla bestialità dell’essere umano capace di infliggere tanta pena. È un dovere, ma anche un dono a noi stessi e alle vittime, dare voce al dolore solidale che sentiamo ogni volta che la ragione viene abbandonata, calpestata dall’arroganza, dal possesso, dall’incapacità di amare.

(1) Laura Cavestri per il Sole24ore - 25 Aprile 2017
(2) Cesare Pavese da “Il mestiere di vivere”

Biografia

È nata a Palomonte (SA) nel 1989. Nel 2008 si è trasferita a Napoli, dove si è iscritta all’Accademia di Belle Arti, laureandosi prima in Pittura e poi in Fotografia con il massimo dei voti. Nel 2015 ha vinto il concorso internazionale di fotografia bandito dall’AIFF, Ariano International Film Festival, con il progetto fotografico Yamis. Nel 2016, sempre con lo stesso progetto, è risultata tra i vincitori del concorso Sette Opere di Misericordia, bandito dal Pio Monte della Misericordia a Napoli. Nel 2016 sue foto sono state acquisite dal MUSINF - Museo d’Arte Moderna dell’Informazione e della Fotografia di Senigallia, nella collezione permanente dell’Archivio Italiano dell’Autoritratto Fotografico. Il 2017 ha visto la pubblicazione nel libro “Il corpo Solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea” vol.2, di Giorgio Bonomi. Nel 2018 è entrata a far parte di LAB - per un laboratorio irregolare, sotto la guida di Antonio Biasucci e ha esposto alla Biennale dei Giovani Fotografi Italiani a Bibbiena. Attualmente vive e lavora a Napoli.