Portfolio Italia 2021
27 novembre 2021 - 26 febbraio 2022
Alex Liverani
Pamela
di Attilio Lauria
 
A volte la fotografia ci porta in bolle ed interstizi in cui l’esistenza sembra trovare rifugio dalla durezza del quotidiano. Come le sale da ballo, ad esempio, che il lessico ha trasformato nel tempo da balera in dancing e poi discoteca, ma la cui essenza rimane quella di uno spazio rituale. Che sia di Casadei o di Tony Manero, a riconoscersi in questi templi è un popolo che celebra i propri riti, e come per ogni fenomeno di costume o sottocultura, anche questo universo parallelo è definito da una serie di segni distintivi di appartenenza, dalle cromie al look fino agli oggetti di arredo. Un dispositivo identitario che finisce inevitabilmente per connotare l’entry level di ogni possibile racconto, come nel caso di Alex Liverani. Pamela, lavoro realizzato fra l’omonimo locale di Faenza, l’Orchidea di Ronta di Cesena, le Cupole di Castel Bolognese e le Grotte di San Pietro in Casale, ci introduce in questi luoghi restituendo l’impatto visivo di un possibile turista del “lissio”, di qualcuno cioè che si trovasse a varcare per la prima volta i confini di questo mondo. E dunque, ecco la palette di colori accesi, talvolta quasi sgargianti degli ambienti, che assurgono a trama di un racconto articolato in dittici dalle cromie giustapposte, traducendo così visivamente la dimensione di una cultura pop rivendicata ed esibita, corollario di un genere musicale alternativo a tutti gli altri. Dai divanetti in similpelle ai bicchieri a cilindro colmi di pozioni dai colori improbabili, ad abiti che hanno conosciuto altri splendori, tutto fa pendant con un look cristallizzato nel tempo, vicino a quel kitsch dal gusto casareccio che David Bowie amava definire affettuosamente “la parte sporca del glam”.
Ed è su quest’ambientazione che s’innesta un secondo livello narrativo, con l’introduzione della presenza umana, destinata a conferire un’ulteriore connotazione di senso a questi luoghi. Che non si trasformano di certo in una spa o in un wellness center, ma appaiono comunque investiti anch’essi di un importante ruolo sociale. Potremmo definirlo terapia della balera, questo antidoto alla solitudine che per qualche ora consente di lasciare i pensieri nel mondo di fuori, all’inseguimento di una felicità accessibile, e che, osservato attraverso la fotografia, suscita in noi un sentimento di indulgenza per la nostra condizione umana di fragilità. Potremmo persino pensare a questi spazi interstiziali come a dei fortini di resistenza rispetto all’omologazione da globalizzazione, piuttosto che a dei rifugi per vecchi nostalgici, dove si mantengono vivi i valori e la cultura di un’Italia di provincia, popolata da personaggi dal fascino felliniano.
Di certo, contrariamente all’illusione del colore, Liverani ci consegna una fotografia umanista dall’intensa vena malinconica che ci avvicina a questo mondo, riportandoci con la memoria a quel ventenne di Jannacci, che passando accanto la balera dei frati cantava “Per un basin, non so, ma quella sera avrei dato la vita intera”.
 
Biografia

Fotografo freelance con base in Italia, ha studiato fotografia presso la D.O.O.R Akademie a Roma e ha frequentato un master sui moderni linguaggi della fotografia documentaria.
Durante il suo percorso formativo ha avuto come mentori Alex Webb, Sebastião Salgado e Oliviero Toscani.
Ha vinto importanti concorsi internazionali, tra i principali il LensCulture Street Photography Award nel 2018, il Miami Street Photography Festival nel 2016, l’Urban DotArt nel 2015, il Leica Talent Italia nel 2014 e il Nikon Young Talent nel 2013.
I suoi lavori sono stati esposti in molte città e nei principali festival in Europa, negli Stati Uniti e in Cina.
Ha iniziato a collaborare con Fujifilm Italia nel 2016, sviluppando e promuovendo i nuovi prodotti per il lancio sul mercato e organizzando workshops riguardanti la street photography.
Alex nel 2018 è stato uno dei concorrenti del programma televisivo Master of Photography in onda su Sky Arte, arrivando secondo.
È inoltre il fondatore del collettivo InQuadra e il cofondatore dell’Italian Street Photo Festival.