Portfolio Italia 2021
27 novembre 2021 - 26 febbraio 2022
Alfredo Manfron e Ardigò Giomarelli
Fidanzati. Fare nuove tutte le cose

di Silvano Bicocchi

Con il sotto titolo Fare nuove tutte le cose, tratto dalla Bibbia nell’Apocalisse (AP 21,5), gli autori ci rivelano lo spirito che anima le realtà che hanno rappresentato con la loro opera: coppie di fidanzati frequentanti corsi prematrimoniali organizzati da parrocchie cattoliche della provincia di Verona.
Il portfolio interpreta il tema con un coerente concept concettuale, strutturato con un set essenziale, costituito da due sedie vuote e fondale neutro. In esso sono invitate a posare delle coppie di fidanzati consapevoli di portare con la loro fotografia i segni dell’unicità della loro unione amorosa, scegliendo liberamente l’abbigliamento e la posa.
Il bianco nero, eliminando i disturbi cromatici, con la ricchezza tonale dei grigi e il realismo dei dettagli, porta il tratto dominante delle immagini sui volti e così coglie l’espressività degli sguardi in macchina.
Già negli anni ‘60 Duane Michals risolveva la serie “Sequenze” con un concept simile, in cui manteneva costante lo sfondo di una “gabbia concettuale” e proprio nella staticità dello scenario trovava evidenza la misteriosa dinamica di senso che agiva nel soggetto rappresentata dalla messa in sequenza delle immagini.
Nel fotografare la diversità tra una coppia e l’altra, comprendiamo che anche gli autori hanno sentito profondamente il senso del “Fare nuove tutte le cose”. Papa Francesco ha chiarito il significato di quella frase biblica: La speranza cristiana si basa sulla fede in Dio che sempre crea novità nella vita dell’uomo, crea novità nella storia, crea novità nel cosmo. Il nostro Dio è il Dio che crea novità, perché è il Dio delle sorprese (nota 1).
Se il nome Fidanzati rimanda a una relazione tradizionale nella quale una coppia eterosessuale si impegna a unirsi in matrimonio, l’attuale scenario umano che si presenta, anche nella realtà veronese, è invece sorprendente nella dinamica di superamento dei modelli della tradizione. Le fotografie mostrano, con sguardo oggettivo, il fenomeno che si manifesta in questo contesto religioso, documentando l’attuale varietà delle identità sociali, culturali ed etniche che si intrecciano nell’incontro amoroso di questo frammento di società veneta.
Notiamo che a fianco di coppie legate a valori tradizionali, appaiono quelle volte a relazioni più innovative e slegate dai modelli del passato, fino alle coppie provenienti da altre civiltà e infine quelle miste formate da un soggetto italiano e l’altro di diversa nazionalità.
C’è la rappresentazione di un’umanità in grande mutamento antropologico caratterizzato nella sua attuazione da una rapidità sorprendente; com’è stata sorprendete la trasformazione di ogni aspetto della nostra vita dagli anni ’90 in poi, in cui abbiamo visto il simultaneo avvento di internet e della globalizzazione.
Nell’opera Fidanzati si evidenzia come, anche nelle realtà più riservate e intime, il locale sia segno del globale; senza eccezioni, nemmeno negli ambienti osservanti un credo religioso della provincia italiana.

Note:
1. Papa Francesco, Udienza Generale del 23/08/2017

Biografia Alfredo Manfron

Nasce a Gruaro (VE) nel 1964. Ingegnere e Dirigente Aziendale, da sempre è appassionato di fotografia, che considera espressione e introspezione dell’anima.
Ha 
cominciato a fotografare agli inizi degli anni 80 perfezionando l’arte e la tecnica attraverso corsi specifici e in seguito approfondendo l’espressione durante il periodo universitario.
Nel 2008 si approccia al mondo della fotografia attraverso le nuove 
tecnologie digitali e della post produzione. Ha frequentato un master di approfondimento alla foto ritratto con Raoul Iacometti.
Socio di vari circoli fotografici ha trovato 
nel Circolo Fotografico Veronese il suo riferimento sociale e culturale.

Biografia Ardigò Giomarelli

Nasce a Grosseto nel 1954. Insegnante di Scuola Primaria, vive e lavora a Verona. 
Affascinato dalla fotografia fin da ragazzo, per lunghi anni ha stampato in camera oscura, da cui deriva la sua passione per il bianco e nero. Ama il contatto con le persone e la loro storia, preferendo una fotografia autentica, quella in grado di offrirne l’essenza.
Fa propria una frase di Richard Avedon "I miei ritratti dicono molto più di 
me che delle persone che io fotografo".
Per molti anni ha fatto parte del direttivo del 
Circolo Fotografico Veronese, di cui è ancora socio. Ha partecipato a mostre individuali e collettive.