Portfolio Italia 2021
27 novembre 2021 - 26 febbraio 2022
Luca Meola
Cracolândia

di Mariateresa Cerretelli

Esiste un posto unico al mondo, un quartiere nel cuore della città di San Paolo in Brasile, chiamata per la sua ricchezza la New York del Sud America, dove l’attività principale è lo spaccio del crack, una vera piaga sociale. A prima vista un girone dell’Inferno dove l’abbandono, la violenza e la degradazione regnano sovrani. Cracolândia è un luogo disperato con un mercato di stupefacenti a cielo aperto e le vittime del crack ormai diventati, con la dipendenza, spettri di sé stessi. Eppure, in questo quartiere abbandonato, desolato e degradato ci sono molte persone che vivono e tante famiglie abitano qui in case fatiscenti. E se lo Stato si è dimenticato di questa sua costola di popolazione e si fa sentire solo con le irruzioni della polizia, la presenza delle chiese evangeliche offre aiuto e soccorso a tutto questo mondo a parte. Luca Antonio Dante Meola ha descritto magistralmente questo luogo con un reportage fotografico. È un progetto potente che rende testimonianza alle vittime e grida la necessità di riscatto e di dignità. Scorre attraverso venticinque immagini a colori, selezionate in due anni di lavoro intenso, (dal 2018 al 2020) nel bairro di Boca do Lixo a San Paolo definito Cracolândia, in cui lo spazio vuoto, conseguenza della crisi iniziata negli anni Ottanta, è stato consegnato agli spacciatori e ai consumatori di droga.
Luca Meola ha colto con la sua fotografia una realtà di disagio che, per alcuni, è una sorta di comunità. “Mi sono laureato in sociologia all’Università di Trento, ho scelto questa facoltà per interesse in questo tipo di tematiche e poi ho lavorato per un po’ di anni con le ONG come ricercatore sociale e a un certo punto ho deciso di dedicarmi solo alla fotografia. Poi mi sono trasferito in Brasile, alla fine del 2014 ho cominciato a vivere a San Paolo e la prima settimana ho saputo di questo quartiere e un ragazzo di strada che ho conosciuto mi ha fatto entrare a Cracolândia e ho pensato subito di lavorare a un progetto fotografico. Sono stato accettato perché forse hanno capito che il mio lavoro non era investigativo sui trafficanti che controllano il quartiere, ma ero lì per raccontare le storie delle persone che vivono il posto”, spiega Luca Meola. La Cracolândia ha una storia particolare perché negli anni Settanta era la sede del cinema indipendente brasiliano. È sempre stato un quartiere un po’ ai margini e poi, verso la fine degli anni Ottanta, quando il crack ha cominciato a diffondersi in Brasile ha cominciato a prendere questo nome. Osserva Meola: “Il crack, purtroppo, più della radice di un male è proprio un sintomo di una città malata e ci sono molte persone che vivono solo in strada, una sorta di comunità dove arriva chi è proprio alla canna del gas. Ed è un rifugio estremo”.  

Biografia 

Luca Meola, è un fotografo freelance documentarista nato a Milano nel 1977.
Dopo aver conseguito la laurea in Sociologia all’Università di Trento, nel 2003 si trasferisce in Bolivia dove collabora come casco bianco con un’organizzazione per i diritti umani.
Dal 2004 fino al 2009 lavora a Milano come operatore e ricercatore sociale in contesti di marginalità.
Dal 2010 si dedica esclusivamente alla fotografia sviluppando per lo più progetti documentari personali e commissionati.
Dalla fine del 2014 vive tra l’Italia e il Brasile dove lavora come fotogiornalista.
Il suo lavoro è stato esposto in festival internazionali e i suoi progetti sono stati pubblicati su riviste in Italia e all’estero.
È socio e collaboratore di "CODICI Ricerca e intervento", organizzazione indipendente di Milano ed è membro della comunità internazionale di storytellers "Everyday Projects".