Portfolio Italia 2023
25 novembre 2023 - 08 gennaio 2024
Nazzareno Berton e Sergio Carlesso
Re/late

di Luigi Erba

E sono passati quindici anni dalla ricerca che Nazzareno Berton e Sergio Carlesso hanno iniziato sul territorio dell’Altopiano di Asiago e Monte Grappa. Ricerca di sé stessi, ricerca della natura o meglio di sé stessi nella natura: UN ETERNO DILEMMA. In questo ennesimo paragrafo, “RE/late”, ci dicono e precisano: vogliamo scoprire “le storie silenziosamente presenti che ci affascinano”. Lavoro sull’essenza, sul limite universale, ma anche sulla propria pelle. È così che nella notte illuminano forme di natura scoprendole, ma anche trasformandole nel loro narrare in una Land Art minimale, a volte più circoscritta in rapporto alle precedenti esperienze. Qui nel rapporto magico con la natura si entra come in uno “speculum”, in una essenza fotografica quasi metalinguistica di questa arte di luce e ombra primordiale. È uno scavare sull’origine delle cose, sugli archetipi che a volte si trovano in un albero illuminato, a volte introducendo degli elementi e forme quasi estranee alla natura stessa attraverso l’uso di un colore che è, come sempre, una parte primaria del loro alfabeto. Raccontano questo come in un teatro della memoria e dell’inconscio individuale trovato nell’oscurità, quasi fossero ancora nel grembo materno, ma è quello della natura, anzi anche loro natura. Le forme sono sempre inquietanti, in un connubio naturale artificiale ci introducono nell’universale dilemma che citano in questa “Madre o Matrigna” di leopardiana memoria. È così che in tali caverne di Platone si scoprono forme consuete, come le radici o le foglie di un albero in silhouette, un tronco di albero stesso, foglie filiformi, lacerazioni di luce come antri primordiali che ci ricordano alcune opere materiche di Lucio Fontana; poi, paradossalmente, elementi o meglio segni geometrici inquietanti quasi tessuti, cuciti, come le forme di un serpente policromo... Natura-paura che recuperano l’inconscio dell’infanzia, ma anche più intellettualmente certe radici preromantiche ormai lontane e oggi iconograficamente diverse. Comunque, simbologie. Sensazioni visioni nuove… tutto è in trasformazione.
È inutile negarlo: è il perenne lavoro dell’essere e dell’uomo sulla ricerca dell’essenza, dei perché, una ricerca quasi ansiogena di quelle origini che sono l’essenza di una vita sempre da riassettare, mai definitiva in un groviglio di forme, l’intima fisiologia della terra in scatti tra di loro apparentemente contrastanti. È tutto un riassettare, un riprendere in un’esperienza in cui la ripresa digitale sembra sempre essere stata lì. In fondo tutto scorre ed è limpido come l’acqua.
Io rimango con il vecchio, caro Lucrezio nel suo “De Rerum Natura” …“Non pensar dunque che senza i primordiali elementi qualcosa possa sussistere: pensa, piuttosto, che, come le lettere alle parole, a molti corpi comuni sono molteplici semi”…
È così qui e dovunque, prima e dopo, in questo mondo e forse in altri mondi come nel film “Everything everywhere all at once”.

Biografia

Accumunati dalla passione per la fotografia e dall’amicizia, oltre che dalla frequentazione dell’Ezzelino Fotoclub, dal 2009, pur continuando la propria personale ricerca, sviluppano progetti comuni su temi relativi la rilettura del paesaggio e del territorio, operando con voluta lentezza e lunga frequentazione dei luoghi al fine di percepirne le caratteristiche. Spesso intervengono modificando la peculiarità dell’ambiente, utilizzando questo metodo per obbligarsi a capirne (o meglio “sentirne”) l’essenza, e per testimoniare e trasmettere la propria percezione. I loro lavori sono stati esposti in importanti festival nazionali e finalisti in sei edizioni del Premio “Portfolio Italia”. Con le loro opere sono stati testimonial per Samsung e Fuji.