Portfolio Italia 2023
25 novembre 2023 - 08 gennaio 2024
Caterina Codato
Per mezzo di sguardo immacolato

di Stefania Lasagni

NO! Non ci si deve avvicinare troppo a queste immagini, pretendere di guardarle da troppo vicino con arroganza o superficiale noncuranza.
Per accogliere e comprendere alcune storie occorre alzare il livello di attenzione, mantenere una rispettosa distanza che consenta non tanto di guardare quanto di presagire, contemplare, liberare la mente, mettendosi in ascolto e tentare, seppure con fatica, di affinare la percezione. In silenzio. Solo per mezzo di uno sguardo “immacolato” è possibile accordarsi all’armonia sussurrata di queste delicate e soffuse rappresentazioni ed ascoltare la pacata sensualità dei dettagli senza malizia, equivoci o fraintendimenti.
I particolari intimi, i drappeggi estrapolati dai corpi raffigurati nei preziosi dipinti custoditi nella Pinacoteca “Egidio Martini” presso il Museo del Settecento Veneziano di Cà Rezzonico, diventano, per mano dell’Autrice, simboli ancestrali, frammenti di un codice segreto, preziose tessere di un enigma che palesa l’urgenza di disvelarsi, con femmineo pudore.
Un insieme di immagini delicate, timide a palesarsi, esitanti di lasciarsi riconoscere, solo apparentemente confuse ed ingannevoli, compone un caleidoscopio che a prima vista appare nascondere, dissimulando, la verità, ma intrinsecamente la scopre con pura e manifesta semplicità.
Scene mitologiche, ritratti, soggetti religiosi e allegorie vengono frammentati, indagati e ricomposti secondo una nuova sintassi, elegante e al tempo stesso sensuale. Le superfici intime dove l’epidermide è più sensibile, vulnerabile, fragile fluttuano come sospese raccontando del tumulto, della lotta, della paura, dello sfinimento, del dolore, fino alla resa e all’oblio, innescando un cortocircuito emotivo tra ciò che la realtà rappresenta e ciò che invece l’immaginazione suggerisce.
Nelle immagini di Caterina Codato i contorni diventano vaghi, sfumati, le linee appena tratteggiate, i colori pacati che non abbagliano, ma sussurrano. I gesti sono quieti morbidi, le forme si sciolgono in movimenti indefiniti, la pelle trema per un brivido segreto, un istante che non vuole farsi cogliere nella sua cruda e selvaggia concretezza. Sono figurazioni permeate dal fascino dell’indefinito e dell’indefinibile che attingono ad un linguaggio pittorico colto per cogliere e narrare il silenzio e la solitudine, la scissione tra la presenza fisica e lo stato mentale.
L’intervento artistico prende il sopravvento sulla riproduzione tecnica. L’utilizzo consapevole ed attento di quello che comunemente viene ritenuto un difetto della visione e, conseguentemente, della rappresentazione fotografica diviene in questa raffinata narrazione atto artistico, canone espressivo ed interpretativo di un intimo vissuto in difficile equilibrio tra accettazione, riserbo, silenzio e necessità di liberazione.

Biografia

Nata nel 1968, porta avanti un percorso artistico con la produzione di una serie di lavori in cui convergono tecniche e linguaggi diversi. Si forma alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia, dove segue dapprima le lezioni di acquerello e studio della figura di Matilde Dolcetti, Sergio Bigolin e Rainer Mordmuller e successivamente acquisisce le tecniche di incisione, del libro d’artista e di calligrafia lavorando, tra gli altri, con Roberta Feoli, Mandy Bonnel, Carol Du-Bosch, Loretta Cappanera, Caroline Koenders e Franco Vecchiet. Nel 2016 lavora con il Premio Nobel Dario Fo e realizza degli acrilici su tela esposti nello stesso anno al Museo Archeologico di Altino (Venezia) ed ora di proprietà del MusaLAb. Nel 2017 si avvicina alla fotografia formandosi e lavorando, tra gli altri, con i fotografi Andrea Buffolo, Efrem Raimondi e Reiner Riedler. Nel 2020 approfondisce le tecniche incisorie less toxic e di stampa con materiali di recupero realizzando una serie di monotipi, trace monotype e collagraph. Nell’aprile del 2022 il progetto fotografico Zero, curato da Laura Manione, viene esposto a Venezia negli spazi di Palazzo Dandolo Parisi già sede della Biennale d’Arte.

www.caterinacodato.com