Sezione scuole
di Massimo Agus
Dato che il tema Incerti Equilibri si presta a molte letture diverse che spaziano dal personale al sociale, con gli studenti del terzo anno del corso di fotografia siamo partiti da un aperto confronto sul senso che ognuno gli attribuiva, e successivamente ciascuno si è impegnato nel farlo vivere secondo il suo modo personale e la sua prospettiva visiva.
Nella fase di scelta dei lavori da esporre ho rilevato che i soggetti si potevano raggruppare secondo tre tematiche differenti ma complementari.
Nella prima l'incerto viene trovato nelle pieghe della personalità individuale, nella ricerca dell'identità, nel mondo dell'inconscio e dei sogni. Gaia Amadori con il dittico Self Fragment mette in questione l’idea di identità in un’atmosfera onirica da cui traspare l'angoscia portata dalla frantumazione dell’io. Sullo stesso tema il dittico Behind Me di Virginia Righeschi rappresenta il difficile equilibrio interiore tra caos e serenità, tra il rapporto conflittuale con il mondo che ci circonda e l'aspirazione a una più integrata felicità. Il doppio è anche il tema dell'immagine di Francesca Vitale, che utilizza l'autoritratto come autoanalisi per confrontarsi con se stessa e con la propria ricerca di stabilità.
Nel secondo gruppo il tema Incerti Equilibri viene ricercato nei volti della società contemporanea. L'insieme di questi progetti crea un percorso che attraversa alcune condizioni sociali problematiche vissute da persone di età diverse. I ritratti di Eleonora Chiti fanno parte di una serie scattata all'interno dello spazio liberato SLEBest di Pistoia. Sono ventenni, in cerca della propria identità in una società priva di spazi di aggregazione. Gaia Gregori dedica la sua indagine alle madri adolescenti che cercano il difficile equilibrio tra la loro estrema giovinezza e la condizione di ragazze madri. La ricerca di Beatrice Angelini è rivolta alle donne che a metà della loro vita si sono ritrovate sole (divorziate, vedove, costrette a vivere lontane dal compagno). Donne che, nonostante tutto, cercano di andare avanti. Infine Laura Garfagnini ci fa riflettere sulla fine della vita, andando a cogliere nei volti e nello sguardo di persone molto anziane il presentimento della morte, che non diventa disperazione, ma sguardo malinconico, incerto, lontano.
Il terzo gruppo di lavori si indirizza a rappresentare l'ambiente, il territorio dove viviamo. Laura Chiaroni in Luoghi in divenire coglie quegli spazi delle nostre città caratterizzati dalla precarietà, dal transito, dall'essere perennemente in divenire. Fotografati nel momento di passaggio tra il giorno e la notte, questi luoghi sembrano trovarsi in un limbo, in un’atmosfera di attesa. Infine Damiano Verdiani ci propone un'immagine che è storia di oggi, ma anche metafora della costante precarietà del territorio italiano. A più di tre anni dal terremoto L’Aquila è una città fantasma, il centro storico è un cantiere, monumenti, abitazioni, edifici pubblici sono sorretti da impalcature e strutture di sostegno, le strade sono deserte.