3ยช Biennale dei Giovani Fotografi Italiani
22 settembre - 18 novembre 2012
Accademia di Belle Arti di Bologna
Sezione scuole

di Gianni Gosdan

Proponendo ai miei allievi del biennio di fotografia dell'Accademia di Belle Arti di Bologna il tema degli incerti equilibri identitari e sociali mi sono subito sentito in dovere dal metterli in guardia dal rischio di cadere in usate e facili retoriche. L'evidente difficoltà di far rientrare nell'ambito del visivo dimensioni psichiche e sociali complesse e articolate, spesso ancora non perfettamente comprese e ancor meno esibite; un divenire di cambiamenti in pieno essere e dalle prospettive ancora lontane all'orizzonte, era un tema certamente stimolante ma non privo di rischi. Una forse non sorprendente e diffusa “sintonia” con il tema ha invece permesso a molti di loro di mostrare una maturità espressiva forte e coerente, che in molti casi si è rivelata essere anche momento di scoperta e riconoscimento di condizioni intime e sociali diffuse e condivise. Tra i lavori selezionati per questa partecipazione alcuni erano già da tempo tema di ricerca personale, altri invece sono stati pensati e realizzati per l'occasione, tutti hanno però la qualità di toccare, con diversi accenti, una condizione giovanile certamente non facile ma spesso vista con lucida ironia o con una forte determinazione. Le ombre sfalsate di Angela Riondino, i travestimenti e i giochi di ruolo di Annalisa Liverani e Silvia Ballardini, le identità mascherate di Matilde Cassarini o quelle giocose e tragiche di Raffaella Ferrari, il giovane in cura ma senza testa di Simone Morciano, o gli improbabili colori nei ritratti in affollate case di Lara Delle Donne, sono tutte declinazioni sul tema di una condizione giovanile vissuta e vista come una realtà alterata, una rappresentazione del sé e degli altri che, ironica e perturbante, allude a futuri imprevedibili. Forti e senza incertezze gli sguardi fermi e commossi dei ritratti di Arianna Lerussi o quelli severi e giudicanti dentro una fessura di luce di Tiziano Mainieri, o ancora i giovani notturni e statuari di Philine Hege, ci offrono invece una prospettiva meno incerta, giovani provati ma indomiti che guardano a un qualche domani. Un domani in un altro luogo è invece la prospettiva che testimonia il reportage di Marta Guerrini dalla Germania, dei tanti giovani dell'est Europa che in quella terra cercano un futuro meno incerto. I ripiegati e invisibili mendicanti di Mattia Morelli ci ricordano invece la sensibilità sociale e l'attenzione per il marginale che è ancora forte e presente in tanti giovani. Senza presenze umane, ma non per questo meno efficaci, le ambizioni per il futuro sotto formalina di Cinzia Sparacino, o il territorio denso di presagi di Sonia Formica, e le claustrofobiche, abitate, vedute urbane di Stella Alleva, che tutte, con prospettive diverse, metaforizzano condizioni incertezze e disagi condivisi anche dai meno giovani. Dovendo tirare le somme di questa esperienza, devo ringraziare tutti gli allievi che, tra i tanti impegni accademici, hanno trovato il tempo e l'energia per preparare questa mostra che credo dimostri come una pratica della fotografia indirizzata e condotta con la giusta consapevolezza sia innanzitutto momento di esplorazione e scoperta, prima personale e poi collettiva, è questo, credo, l'obiettivo più significativo che la nostra scuola persegue in una prospettiva di testimonianza e crescita culturale condivisa al servizio di tutta la nostra collettività.