Sezione Scuole
di Aniello Barone
I lavori presentati, pur nella loro diversità, “raccontano” mondi possibili, paralleli e contaminati, ponendo l’attenzione anche sulla incomunicabilità tra gli uomini. È una narrazione di identità ibride, di interazioni tra uomo e macchina e di macchine che si trasformano in feticci post-moderni che danno vita a nuovi eden. Progetti sinestetici che, focalizzando l’attenzione su di una diversa co-struzione del sociale, stigmatizzano la palese mutazione antropologica del presente: oniriche visioni metropolitane, ibridazioni di corpi androgini mutanti, robotiche creazioni surreali … La percezione avuta in questi mesi di collaborazione con gli studenti nella realizzazione dei lavori presentati alla biennale è quella di una situazione di allarmismo diffuso e di imbarazzo collettivo avvertiti nel rapporto quotidiano delle loro vite con il mondo reale: raccontano una frattura, profonda, tra la vita e le realtà circostanti, che trova talvolta, paradossalmente, un labile file rouge nel virtuale. Come si può essere estranei alla violenza diffusa della cronaca recente? Attentati, stragi…guerre. Mentre scrivo apprendo dai media di un nuovo attentato, di un colpo di stato: è inevitabile pensare ad un riflesso più o meno diretto sui nostri vissuti... Questo senso di costante precarietà e di violenta drammaticità mi sembra evocativamente ben rappresentato dalle opere degli studenti.