di Federico Ghelli

In un tendone che sembra circo ma che circo non è, riflesso in pozzanghere nuvolose, la luce entra ma non basta a riscaldare. E’ la fine dell’inverno, la fine delle arance, la fine del lavoro nella piana di Gioia Tauro. Anno 2013. Si aspetta nella tenda benedetta da Dio, e si spera che tornino giorni, anche pochi, a regalare spiccioli di arance da raccogliere. Ma intanto si trascina vita in questa enorme casa di tela, troppo leggera per rassicurare, troppo pesante per far respirare anche solo un metro di intimità. Si fuma compagnia e si ride di poco, di un pallone che unisce e regala novanta minuti fuori da qui, fuori da questo rimorchio azzurro di uomini che non può essere casa, ma che casa deve essere. E siamo centinaia, troppi di più di quelli che potrebbero starci in questo villaggio fragile, ed è difficile muoversi tra carne appesa su pentole vuote e un tappeto di letti gomito a gomito. E anche se sono lontani i giorni degli scontri di piazza qui vicino, a Rosarno, la tensione è alta perché nessuno riesce a vivere in una gabbia, fosse anche di stoffa colore del cielo. Ma si riparte ogni giorno con la luce negli occhi, a cercare sopravvivenza, a inseguire futuro: il sole porterà le arance nella piana di Gioia Tauro. Anno 2013.

Fabio Itri, giovane fotografo calabrese, vive a 70 km dalla tendopoli di S. Ferdinando, nata per ospitare 300 migranti africani e giunta ad accoglierne in breve tempo e con evidenti difficoltà oltre 1000. Quindi non si è dimenticato di queste genti, a differenza dei riflettori mediatici, ed in un periodo che va da febbraio ad aprile di questo anno si è avvicinato con grande sensibilità, dopo aver instaurato con alcuni di loro un rapporto di fiducia reciproca, alla vita di questa comunità. Ha dato così vita ad un reportage molto intenso ed emozionante in cui le immagini, dotate di grande cura compositiva, uniscono alla necessità documentaria molto forte, uno spiccato gusto estetico, e nel quale il colore, perfettamente modulato tra i toni degli azzurri e quelli delle terre, diventa segno distintivo. 

Biografia

Nato nel 1978, vive e lavora a Reggio Calabria. Dopo la laurea in filosofia, si specializza in comunicazione pubblicitaria e approda alla fotografia da autodidatta. Scatta dal 2009. Ha studiato reportage presso l’Istituto Superiore di Fotografia a Roma (2012/13). Ha pubblicato su Left e Grazia. Il suo reportage In Tenda è stato finalista al Leica Photographers Award 2013, vincitore agli International Photography Awards con il 3° posto, nella categoria "Editorial - Photo Essay and Feature Story" e selezionato per la pubblicazione su 2013 International Photography Awards Book.