Portfolio Italia 2024
30 novembre 2024 - 05 gennaio 2025
Valeria Coli
Lieve
Lieve
Testo di Luisa Boldoni
“Ognuno è uguale solo a stesso” cita l’Autrice nella presentazione del progetto Lieve.
È vero, e siamo anche l’insieme di tutto, le relazioni, affetti, contrasti, imperfezioni, amicizie e amori che ogni giorno viviamo.
Valeria Coli mira a questo: a raccontarci questo incontro di esperienze, a portarci nel viaggio immaginifico di Daniele, nella sua vita, fatta di quotidianità, luci e ombre, le stesse materie di cui è fatta anche la fotografia. L’autrice lo accompagna per lungo tempo, entra in profondità, in relazione e ne coglie i legami, i gesti, i frammenti di un mondo che è reale, condiviso, partecipato.
Lo fa evitando gli stereotipi, le forzature, eliminando la spettacolarizzazione, ma rende tutto questo piccolo mondo attraverso la leggerezza, l’eleganza e la raffinatezza delle inquadrature e delle composizioni.
William Eugene Smith diceva: “se dobbiamo continuare a fotografare, continueremo a comporre il disordine del mondo” ed è proprio componendo la realtà in queste immagini che Valeria Coli si immerge totalmente nella storia, curando ogni aspetto, mantenendo una integrità anticonformista rispetto a ciò che abitualmente vediamo in lavori che affrontano queste tematiche. Mette a tacere con le sue fotografie i benpensanti e sfida le convenzioni che credono che la fragilità vada sottolineata, sempre, come se avessimo il diritto di imporre il nostro modo di guardare l’altro.
Il suo sguardo è delicato, incantato; i ritratti e i gesti si alternano a metafore
visive di grande impatto che rappresentano pause nella sequenza, che non sono un modo per riprendere fiato, ma ci permettono di riflettere e accorgerci del tempo che passa, di come le stagioni continuino ad alternarsi e di come parallelamente l’amore persista.
Paesaggi sospesi si intrecciano con mani che si stringono, con abbracci dolci e caldi, con un gioco di sguardi che non è finzione, ma è spontaneità e affetto. C’è una forte consapevolezza della storia della fotografia, con richiami in chiave surrealista alla fotografia di Herbert List e c’è la grande ritrattistica di Sally Mann, che con il suo bianco e nero ci rimanda in una dimensione senza tempo, in equilibro precario tra ciò che sappiamo e ciò che ancora dobbiamo scoprire.
E c’è il realismo mistico di Minor White, quel linguaggio figurativo composto
da poesia e magia, caratterizzato da una continua trasformazione. Come nelle fotografie dell’autore americano, anche Lieve non va solo guardato, ma le sue fotografie vanno sentite ed interpretate. Ogni elemento perde il suo senso oggettivo e diventa un simbolo che trascende la realtà, pur rimanendo ancorato ad esso. Un viaggio metaforico che Valeria Coli ha voluto condividere con noi, aprendoci gli occhi, in silenzio. Ci dimentichiamo che Daniele è nato con la Sindrome di Down. E capiamo cosa vuole dire l’autrice quando scrive “Daniele non è la Sindrome di Down”.
E allora ritorna alla memoria la frase che era solito ripetere Franco Basaglia - ripresa da una canzone del cantautore brasiliano Caetano Veloso - “Da vicino nessuno è normale”, a ribadire un concetto fondamentale: l’irripetibilità del soggetto e la valorizzazione della sua singolarità.